‘The Voice of Italy 3’: l’opinione di Chia sulla seconda puntata

Chia Marzo 5, 2015

‘The Voice of Italy 3’: l’opinione di Chia sulla seconda puntata

Io adoro le Blind Auditions di The Voice of Italy. Le adoro perché sono quel mix delizioso di molte belle voci (la maggior parte delle quali però se devo essere sincera non mi arrivano proprio), alcuni voci tremende che in omaggio con la pedata nel sedere gli dovrebbero offrire anche un Amplifon (una tizia sul finale ieri m’ha ammazzata a suon di stecche, che io mi chiedo se sta gente non abbia parenti o amici che possano evitare un simile scempio..) e rarissime voci da standing ovation che quando finalmente arrivano valgono da sole l’intera puntata.

Dopo le prime due Blind ancora non ho individuato un degno erede per Tommaso Pini (colui che ho adottato l’anno scorso e tuttora continuo a rimpiangere per lo sconvolgente mix tra notevoli doti vocali e straripante originalità esecutiva), ma qualche voce interessante sicuramente sì..

E se settimana scorsa sul mio taccuino ho annotato i nomi di Thomas Cheval (nomen omen, a quanto pare) con quella splendida Mad World al piano, e di Roberta Carrese con Pensiero stupendo, a sto giro gli unici ad avermi convinta appieno sono stati Dany Petrarulo -all’anagrafe Daniela, ma a breve Daniel– con Always di Bon Jovi (che mi ha fatta ritornare a quando ero una liceale rammollita ed ho amato il flashback) e Arianna Carpentieri, in arte Ira (e pure il soprannome me piace, per dire), con quell’energica versione di Black Dog dei Led Zeppelin.. ma la faccia shockata di Piero Pelù nell’udire le sue prime note? Ancora rotolo!

Se la devo dire tutta, mi avevano colpita inizialmente anche la sudafricana Keeniatta Baird (che non potevo credere avesse 44 anni, visto che pare la figlia di una qualsiasi delle corteggiatrici di Uomini e Donne!) e il giovanissimo Tommaso (aridaje..) Gregianin, ma poi la prima mi ha un po’ inquietata con tutta quella storia della negatività, dello Yin e dello Yang, e col repentino cambio d’idea dai Facchinetti a Noemi, e il secondo forse è così simile a Mario Biondi -cosa che al primo momento ho pure apprezzato, perché amo ste voci da rimorchio 😀 – che difficilmente potrà cimentarsi in altri generi musicali, ma staremo a vedere..

Mai avrei preso gente banalotta come quella Ilenia Bentrovato che con due rime studiate ad hoc sulle note di The Monster s’è arruffianata J-Ax, o quel finto punk di Alex Ceccotti che ha sfoderato con inspiegabile ottimismo Uomini Soli dei Pooh, brano che canto meglio io imitando egregiamente Roby Facchinetti per la gioia del mio babbo.

Da risentire Sara Vita Felline, che ci hanno sparato sul finale quando avevamo un occhio mezzo chiuso e uno mezzo aperto, ma nella sua esecuzione molto GiannaNanninesca di Anna e Marco di Lucio Dalla ha reso un bellissimo omaggio al cantautore bolognese che proprio ieri avrebbe compiuto 72 anni.

Il punto di forza di questa terza edizione del talent comunque è sicuramente il #TeamFach.. due bergamaschi doc (e guai se Noemi osa ancora dargli dei bresciani.. vado e le taglio il dread, giuro!) che coniugano perfettamente tradizione ed originalità, e che sono uno spasso ad ogni schisada del pulsantone, con Roby esaltato come un bimbo a Gardaland e Francesco terrorizzato come un genitore che lo aspetta sotto il Blue Tornado.. come non amarli?

Detto questo, ‘Sei il tipo di donna che spaventa gli uomini che si depilano‘ entra di diritto nella lista dei migliori complimenti della storia, sapevatelo.

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