Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. Continua la cavalcata trionfale del #Mengonilive2015

Isa Maggio 22, 2015

Fattore M: spazio dedicato a Marco Mengoni. Continua la cavalcata trionfale del #Mengonilive2015

(rubrica a cura di Valentina P.)

Salve a tutti! Il #Mengonilive2015 prosegue la sua marcia trionfale lungo lo stivale nostrano. Dalla data del Palalottomatica di Roma, inevitabilmente ricca di emozioni…

https://youtu.be/YR1DTrIihcQ

…e con un parterre di ospiti prestigiosi – vedi il gruppone composto da Emma Marrone, Giuliano Sangiorgi, Fiorella Mannoia ed Elisa, capitanati dalla capo-ultrà Alessandra Amoroso, approdata al concerto con tanto di fascetta in fronte! – fino all’apoteosi della tappa napoletana. Con un Marco ancora più esaltato e “danzereccio” del solito. Guardare per credere:

Elisa, Emma Marrone, Alessandra Amoroso, Giuliano Sangiorgi, Fiorella Mannoia

Un’apoteosi, appunto. Infine, la data di Bari, al Palaflorio. Il primo concerto del Mengoni nel capoluogo pugliese, atteso da ben 5 anni dall’instancabile fanbase. E raccogliendo i commenti (e i silenzi) a caldo delle mie amiche sul luogo, ho avuto la netta sensazione che Marco abbia voluto celebrare degnamente questa sua prima volta a Bari, con uno spettacolo straordinario.

Al termine di questa fortunata tournée mancano solo due date – Bologna e Conegliano Veneto. E’ dunque già tempo di bilanci per il #Mengonilive2015. Marco sul palco è un mostro. Guardandolo live, mi sono tornate in mente le parole che Mina pronunciò in riferimento a lui ai tempi di X-Factor 2009 – “E’ pazzesco. Sembra canti da 20 anni” -. Ed è vero, quei miseri 26 anni sembrano una burla rispetto alla professionalità esagerata che il Mengoni palesa sul palco. E’ preciso, vocalmente misurato. Sono lontanissimi i tempi degli eccessi vocali, quando svisi e acuti erano il suo strumento espressivo privilegiato. È abilissimo nella comunicazione musicale e non, efficace nei parlati. Non per questo risulta meno intenso o coinvolto sul palco; no, Marco continua a emozionare ed emozionarsi, ma il suo pieno controllo della situazione è sempre più evidente. E se l’emozione lo travolge, è perché lui permette che ciò avvenga. Con questo, non intendo in alcun modo sminuire la strepitosa professionalità di Marco Mengoni, astro nascente – da molti già soprannominato la promessa mantenuta – della musica italiana. Solo che a gente come me, che lo segue dalle origini, probabilmente manca un po’ quel perdersi nelle emozioni della serata. I suoi concerti degli albori erano una specie di viaggio “a fari spenti nella notte”, una corsa cieca di cui non si capiva né l’inizio, nè la fine. Una specie di incontro amoroso, dal quale si usciva con i capelli scompigliati, la sua voce che risuonava nelle orecchie, e il cuore in totale subbuglio. Merito dell’approccio assolutamente passionale di Marco alla musica in quei tempi, quando la sua prepotente vocalità era lo strumento principe del contatto con il pubblico. Adesso invece l’esigenza comunicativa è del tutto affidata alla parola. Anzi, alle sue parole in circolo. Ribadisco, non intendo sminuire il Mengoni 2015 rispetto a quello 2009, ma ci tengo a fare presente che come ogni evoluzione, anche quella di Marco ha lasciato qualcosa per strada. E spero un giorno o l’altro, di incontrare nuovamente – da qualche parte – quella disarmante spontaneità che mi ha fatta innamorare del ragazzino di Ronciglione.

Chiusa questa parentesi analitica molto articolata, ci tengo a ribadire che lo show è bellissimo, mi piacciono un sacco i momenti di condivisione – con gli smartphone, ma anche il palleggio finale su “Io ti aspetto” è divertentissimo! – e gli arrangiamenti elettronici sono una genialata, perché tolgono a certi brani pop quel retrogusto stucchevole che non sopporto. La scaletta è ben congegnata, ci si diverte e si balla un sacco, anche se ovviamente non mancano i momenti ad alto tasso glicemico (“In un giorno qualunque” su tutti, che io direi di mandare un po’ in pensione). Va da sé che non perdonerò mai Marco di aver riproposto nientepopodimeno che #Bellissimo della Nannini, lasciando a casa tutti i brani di “Solo 2.0”, eccezion fatta (e meno male!) per “Solo”, la cui esecuzione è assolutamente il top della serata. Infine, Marco indossa un look dinamico e contemporaneo di tale Christian Pellizzari, che per carità, bellissimo, ma quando avremo il privilegio di assistere al ritorno di un bel paio di jeans aderenti con T-shirt e chiodo, come tutti i giovani di questo mondo?

Prima di congedarmi, vi ricordo che giovedì prossimo, 28 maggio, Marco sarà sul palco del Radio Italia Live, in Piazza Duomo a Milano, accompagnato dall’“Orchestra Filarmonica Italiana”. Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta su Radio Italia e Radio Italia TV, e nei giorni seguenti sarà visibile anche su Italia Uno. Alla prossima! Valentina

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