‘Pechino Express’: l’opinione di Chia sulla finale e su tutti i protagonisti della quarta edizione

Chia Novembre 3, 2015

‘Pechino Express’: l’opinione di Chia sulla finale e su tutti i protagonisti della quarta edizione

Se solo l’avessero inquadrato, l’immagine simbolo della finale della quarta edizione di Pechino Express sarebbe stato il primo piano di Pasquale Caprino (meglio conosciuto -in Kazakistan, mica da noi!- come Son Pascal) nel momento esatto in cui realizzava che giorni e giorni passati ad arruffianarsi subdolamente giurie locali, fingere di non vedere la temuta bandiera nera sventolata dai rivali, scippare aiutanti brasiliani reclutati dalle altre coppie, irretire anziani confusi e bambini ignari pur di avere la meglio nelle prove… non era servito ad UNA MAZZA, perché lui e Christian Kang Bachini avevano perso. PERSO. Dopo due mesi di immunità conquistate col sangue (degli altri), notti passate in hotel lussuosi mentre gli sfortunati compagni d’avventura cercavano ospitalità in fatiscenti casupole e zero emozioni vissute (e fatte vivere a noialtri da casa), l’amara verità è che sono arrivati secondi. Solo SECONDI.

E invece niente, l’avara regia ci ha privato di quel sublime momento… probabilmente perché Pascal appena ha visto apparire sullo schermo gigante del Maracanã le faccine sorridenti di Andrea Pinna e Roberto Bertolini ha usato le ultime energie rimastegli in corpo per correre dal tassista che li aveva presi poco prima in ostaggio in attesa dei suoi soldi (facendogli perdere preziosissimi e decisivi minuti di gioco) e gambizzarlo, credo.

Peccato, di quel faccione tra l’incredulo e il depresso, con il disagio dipinto sulle labbra e il crimine che riluceva negli occhi (sì, la mia fervida immaginazione ha colmato sapientemente i vuoti della regia 😀 ) ne avrei potuto fare un poster gigante da appendere in camera per ricordarmi ogni giorno che mai bisogna sfidare il Karma, mai, perché tutto ciò che fai prima o poi te lo restituisce con gli interessi. E si è visto, ecco.

La bellezza di un programma come Pechino Express sta nei luoghi meravigliosi che fanno da sfondo alla gara, nell’umanità degli abitanti che meno hanno e più danno, nelle emozioni che un viaggio così intenso non può che suscitarti. Per gli #Espatriati nulla di tutto questo ha avuto importanza, per loro non si trattava di un semplice gioco, di un’avventura da viversi a pieno. Per loro contava solo primeggiare sugli altri, vincere ogni prova, scampare alle eliminazioni e conquistare il primo gradino del podio. Purtroppo per loro i piani non sono andati come avevano previsto, e di questa avventura non gli rimarrà altro che l’amarezza di aver sbagliato il taxi per l’ultimo passaggio. La tristitudine.

Mi spiace un po’ per Kang che tra i due era sicuramente il meno peggio (anche se in più momenti si percepiva che di base la filosofia di gioco era la medesima), ma Pascal è forse il più imbarazzante concorrente di Pechino di sempre, seguito a ruota da un’altra vittima illustre del Karma, Fariba Tehrani delle #Persiane. Quando nel bosco stava cazziando per l’ennesima volta ‘quella debole di sua figlia‘ ed è rovinosamente caduta faccia a terra mi stavo per soffocare.

L’unico motivo per essere felice della fine di questo programma è proprio il pensiero di non sentirla più gracchiare qua e là per il Sudamerica scomodando Dio per ogni piccolezza (che il ‘Dio ti benedica‘ come ringraziamento lo posso anche capire, il ‘Dio ci ha messo sulla tua strada per misurare il tuo cuore amabile, vuole che tu ci aiuti e ti ricompenserà‘ un po’ meno, ecco), spacciando la figlia per Miss Italia e buttandola addosso ad ogni uomo in cui si imbatteva pur di guadagnare ospitalità in una casa più bella o qualche km in più nei passaggi. Che Giulia Salemi fosse una bella ragazza sebbene abbastanza viziatella s’era capito dalla prima puntata, ma io una mamma che in mondovisione esclama che in questa esperienza ‘Ho conosciuto mia figlia che non era pappamoscia che credevo‘ mica gliela invidio, sinceramente.

Ma tutta la vita le #Professoresse Laura Forgia ed Eleonora Cortini che, a differenza di tutte le altre coppie di bonazze che abbiamo visto gareggiare nelle precedenti edizioni, si sono godute al massimo l’avventura senza necessariamente puntare tutto sulla loro avvenenza ma sfoderando un lato umano che me le ha fatte apprezzare moltissimo. Laura in particolare, che -nonostante a Temptation Island non mi avesse fatta impazzire- ho rivalutato completamente: un pasticcino biondo con gli occhioni pieni di lacrime, spesso di gioia e di gratitudine, ieri di nostalgia per un viaggio che, lei no, non ricorderà solo per un taxi sbagliato.

Tra quei fuori di testa degli #Illuminati Yari Carrisi e Pico Rama, quei tenerelli dei #Compagni Giovanni Scialpi e Roberto Blasi, gli sfortunati #Artisti Paola Barale e Luca Tommasini (sostituito, a gara inoltrata, da Piero Filoni in seguito ad un infortunio alla caviglia), gli innocui #Stellati Philippe Léveillé e Ciccio Sultano e la rivelazione di #FratelloeSorella Naike Rivelli e Andrea Fachinetti, i miei preferiti però sono sempre stati gli #Antipodi.

Pinna e Coccoh sono forse il duo che meglio ha vissuto questo programma per quello che era: una gara, certo, ma innanzitutto un’esperienza unica ed irripetibile da assaporare a pieno, senza farsi il sangue amaro per una posizione in più o in meno nella classifica. Mi hanno fatta cappottare dalle risate (come nella missione dei 7 mostri quando uno piangeva disperato al contatto con il contenuto di ogni teca e quell’altro sistematicamente vomitava) ed allo stesso tempo commuovere per l’intensità con cui si sono buttati in questa avventura, e la vittoria se la sono meritata tutta.

Gli stoici appartenenti al #TeamMaiNaGioia come me difficilmente hanno di che esultare, e invece ieri sera mi sono gustata la finale di Pechino Express come fosse Italia – Francia nel 2006. Prima un silenzio scaramantico, poi un urlo ed infine il trenino in salotto con in sottofondo ‘Questa sera c’è il delirio al Maracanã‘. E ringrazio di cuore gli #Espatriati, perché senza una controparte così tremenda la soddisfazione finale non sarebbe stata così immensa.

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