‘The Voice of Italy 3′: l’opinione di Chia sull’ottava puntata

Chia Aprile 16, 2015

‘The Voice of Italy 3′: l’opinione di Chia sull’ottava puntata

Siamo arrivati ai Knock Out della terza edizione di The Voice of Italy, ed io sono shockata per aver assistito ai peggiori abbinamenti della storia dopo quelli di Francia ’98.

L’epic fail più clamoroso, dal quale non mi riprenderò mai più visto che ha causato la prematura dipartita dal talent del mio preferito assoluto, è stato lo scontro tra Luca Boccadamo e Maurizio Di Cesare, senza dubbio i migliori del #TeamLoser e quindi inspiegabilmente messi l’uno contro l’altro. Il pugliese ha scelto Ahi Maria di Rino Gaetano, il cagliaritano La La La di Naughty Boy ft. Sam Smith, e sono state le due esibizioni migliori della serata, senza dubbio alcuno. Con tutta la gente anonima che ancora popola i team, è assurdo che ad andarsene dovesse essere uno di loro visto che entrambi meritavano di arrivare ai Live Show, mortacci di J-Ax. Forse a portare sfiga a Boccadamo è stata quella maglia rubata all’armadio di uno qualsiasi dei corteggiatori della Dallari, ma io ho trovato la sua performance irresistibile (indecifrabile colore di capelli a parte, certo) quasi quanto quella panzetta sfoggiata con orgoglio, e qualora qualche produttore dotato di senno gli dovesse offrire una (meritatissima) possibilità sappia che io sto già fuori dalla Media World per comprarmi il suo cd, per dire.

Altra sfida insensata è stata quella tra Thomas Cheval e Gregorio Rega. Il primo ha voluto esibirsi sulle note di Papaoutai di Stromae, il secondo ha optato er Geronimo degli Sheppard, due brani ricchi di personalità che entrambi hanno eseguito alla grande, ma ad avere la meglio è stato il 17enne di origini francesi. Tenera Noemi che li ha definiti ‘due teste di serie del suo team‘, ‘due voci alle quali teneva‘, e poi li ha messi a confronto. Davvero geniale, con questa tattica il suo sterminio di tutti i cicciotti del gruppo stava quasi passando inosservato ai telespettatori più distratti. Quasi.

Se l’esito di questi due assurdi confronti mi ha tenuta col fiato sospeso, poco o nulla mi è importato di come andassero a finire le sfide tra Keeniatta Baird e Amelia Villano, tra Martina LiscaioMarco De Vincentiis e tra Luca Gagliano e Alessandra Salerno.. Voci più o meno belle che a me personalmente non trasmettono nulla, e mi fa ancora più rosicare che tre di loro siano passati alla fase successiva e Boccadamo e Rega no.

Prevedibili i trionfi di Ira Green su Silvia De Santis (con tutto il bene, ma non c’era gara: Arianna è veramente un pezzo in là anche agli occhi di chi, come me, solitamente non è un amante del metal), di Sarah Jane Olog su Chiara Iezzi (a parte che l’ex allieva di Amici ieri sera era una figa spaziale, ma poi che voce pazzesca ha sfoderato!), di Sara Vita Felline su Nathalie Coppola (peccato per il timbro troppo simile a quello di Gianna Nannini che un po’ potrebbe penalizzarla, ma Sara spacca!) e anche quello di Marianè su Roberto Pignataro (sul pezzo dei The Calling effettivamente lui non ha brillato, ma nel complesso lo preferivo comunque a lei che invece spesso è ‘troppo’).

Un’assoluta sorpresa accolta con urla di giubilo e fuochi d’artificio, invece, la vittoria di Alessia Labate su Alex Ceccotti, non tanto perché apprezzo lei ma piuttosto perché scarsamente tollero lui. Fino a ieri sera pensavo fosse il cocco intoccabile e ruffianello di Roby Facchinetti, ma sono decisamente entusiasta di non rivederlo mai più nella vita. Lui, il suo look improponibile e la sua spocchia immensa.

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