Michele Bravi parla per la prima volta dopo l’incidente: “Quella sera di novembre ha cambiato tutto, adesso sto cercando di tornare alla realtà”

Martina Maggio 24, 2019

Michele Bravi parla per la prima volta dopo l’incidente: “Quella sera di novembre ha cambiato tutto, adesso sto cercando di tornare alla realtà”

La vita di Michele Bravi è stata stravolta la sera del 22 novembre 2018, quando fu coinvolto in un incidente stradale in cui perse la vita una donna di 58 anni. Con quel dolore l’ex cantante di X Factor ci convive da mesi e adesso per la prima volta alle pagine de Il Corriere della Sera ha provato a raccontarlo:

Avevo appena finito di fare le prove dei concerti che ci sarebbero stati da lì a pochi giorni… Sì, è cambiato tutto perché è cambiato il mio modo di vedere le cose. Prima quello che mi capitava si divideva in modo binario: bene o male, bianco o nero, giusto o sbagliato. Ora è tutto diverso. Credo lo capisca chi ha vissuto una tragedia: le cose non le cataloghi, le accetti. Smetti di semplificare la realtà in due poli e vedi un mondo molto più complesso. Anche trovare un significato non ha più significato.

Michele ha affrontato questo periodo buio e doloroso imparando ad accettare quello che gli era successo, senza necessariamente cercare una spiegazione logica al perché fosse successo proprio a lui:

Una persona mi ha detto che cercare un significato al dolore è una forma pigra di sofferenza. E’ così. Non mi sono nemmeno mai chiesto perché è successo a me. È una visione troppo ego-riferita. Solo, impari a convivere con il male. È come se avessi qualcosa davanti gli occhi per cui non vedi più le cose come prima. Anzi, quasi non mi ricordo più come era prima. È un altro mondo, un altro sistema di affrontare quello che succede. È un nuovo vocabolario a cui mi sto abituando ma che ancora non so articolare bene. Ora anche il silenzio per me ha un altro suono.

Da quel giorno il cantante ha fatto del silenzio – di cui prima aveva paura – un nuovo e prezioso compagno di viaggio:

Il rispetto per questa tragedia mi ha portato al silenzio. Tornare a parlare è strano: questa non è solo la mia storia. Non so. Sono sempre stato uno che parlava molto, il silenzio mi spaventava. Ho iniziato a scrivere canzoni proprio perché mi faceva così paura e preferivo riempirlo con le melodie che avevo in testa. Eppure sono stato mesi senza dire una parola.

Ma per fortuna vicino a lui ci sono sempre stati gli amici e parenti, che non lo hanno lasciato solo un attimo, tendendogli fin da subito una mano preziosa da cui provare a ripartire:

E’ stato il miracolo più grande. Ho scoperto di avere tanti porti sicuri che ignoravo. Mi hanno stupito tante cose che prima non vedevo e non so come facessi (gli occhi, già gonfi di lacrime dall’inizio, lo diventano ancora di più e il pacchetto di fazzoletti che stringe in mano, a questo punto, è finito, ndr). Quando dico che sono stato in silenzio è perché veramente non riuscivo… non parlavo ma nemmeno sentivo più gli altri. Ero in un posto che non so descrivere e che spero di non rivedere più. Queste persone mi hanno fatto alzare dal letto, mi hanno portato da mangiare, fatto uscire di casa. Sono tornato un bambino e loro mi hanno rieducato a vivere.

E anche dei bravi medici dai quali ha trovato la forza di farsi aiutare:

Senza la psicoterapia non sarei qua e se c’è un messaggio che posso dare è questo: non temere di farsi aiutare. Io ho avuto tanta luce attorno che mi ha spinto a mettere questo primo tassello per tornare al reale

Della sera dell’incidente e della vittima preferisce non parlare, asserendo che forse si è già parlato fin troppo dando adito a notizie a volte anche false e infondate (parole già espresse a riguardo dal suo avvocato in una recente intervista che potete leggere QUI):

Preferirei non condividere questo, non per mancanza di fiducia, ma proprio perché questo è un mio modo per ritornare alla realtà, non per riaprire una ferita. [..] Non voglio rendere questa tragedia un momento di opinione pubblica. Dico solo che sono state fatte intendere tante cose sbagliate. La tragedia non è certo un titolo sensazionalistico e molto di quello che si è scritto è stato già smentito. Il male rischiava di essere una macchia d’olio, ma ho avuto la fortuna di avere tante persone che mi hanno stretto forte la mano.

Quel maledetto incidente ha mutato tutte la sue prospettive di vita, e ad oggi riesce a pensare solo al tempo presente:

Oggi non so come sto. Ho imparato ad affrontare le cose giorno per giorno. Per me già pensare a domani è un tempo lunghissimo. L’imprevedibile ora ha un peso diverso nella mia vita: per me l’unica cosa è vivere il momento; è pericoloso parlare di quello che succederà. Ci sono tante cose che mi spaventano, ma anche delle persone con cui so di poter affrontare le paure.

Non sa se potrà mai tornare ad essere quello che era prima, e anche il percorso per tornare a cantare sempre molto lungo:

Non so se le cose torneranno mai come prima, in questo senso. Però mi mancano le persone, tantissimo. Mi manca la gente. La voglia di incontrarla è ancora tanta. Sto muovendo i primi passi. [..] Tutto ha un peso diverso: anche come percepisco la mia voce è diverso. Da quando ho indossato quelle cuffie la musica è tornata con me. Quella stessa persona mi ha regalato un pianoforte. Ma dire che ho ritrovato la mia voce è prematuro. Ho tanta voglia di ricostruire la realtà, quello sì.

E noi glielo auguriamo di cuore di poter ricostruire la sua realtà, di ritrovare la sua musica, e sopratutto di poter tornare a sorridere. Voi invece cosa ne pensate delle sue parole?

COMMENTI