Amici di Maria de Filippi
Amici, Gaia condivide uno scatto in lacrime sui social: “Vorrei solo essere vista, amata, accettata”
L’intimo sfogo
Carola 12/08/2025

Nelle scorse ore un’amata ex protagonista di Amici, il talent show condotto da mari Maria De Filippi, ha deciso di aprirsi con le persone che la seguono quotidianamente sui social condividendo con loro un intimo sfogo.
Stiamo parlano di Gaia Gozzi, vincitrice della diciannovesima edizione del programma, che negli ultimi anni è stata tra le protagoniste della scena musicale italiana, con all’attivo diverse partecipazioni al Festival di Sanremo, nonché grandi successi, come il tormentone estivo Sesso e Samba, realizzato in coppia con Tony Effe.
Nonostante ciò, Gaia nell’ultimo periodo ha vissuto anche dei momenti no e proprio di questo la cantante ha sentito il bisogno di parlare tramite un lungo post pubblicato sul suo profilo Instagram. Per prima cosa, l’ex allieva di Amici ha postato una foto dei suoi occhi colmi di lacrime e un taccuino in cui ha annotato i suoi pensieri e il suo stato d’animo, raccontando ciò che la fa soffrire:
Oggi la diabolica trinità è venuta a farmi visita. Senso di vuoto, ansia e solitudine sono arrivati per rimanere più del solito. Hanno preso spazio nel mio corpo come se fossero loro i proprietari di casa, si sono insediati con approccio apparentemente cortese e in poco tempo hanno dettato legge, imbavagliandomi l’anima e rendendola ostaggio. Spesso mi capita di entrare in loop mentali pari a certi gironi dell’inferno dantesco e uscirne diventa una sfida karmica difficile da tagliare, come se ogni domanda a cui il larvatico che mi abita decidesse di rispondere, corrispondesse una risposta che mi avvicina sempre di più all’oblio. Allontanarmi da uno stato di coscienza d’animo è semplice, basta alimentare questa intervista interiore che ha il solo obiettivo di dividere. Dividermi da me stessa, dagli altri, dal caotico ma perfetto disegno dell’universo.
E ancora:
In questo momento siedo su una poltrona di un treno diretto, Roma-Milano. Una tratta familiare per me, per la mia primavera emozionale, i primi amori sbocciati nella città eterna, le prime responsabilità che mi richiamavano verso il freddo Nord e i primi sensi di vuoto non più colmabili da una carezza di papà o una tenera rassicurazione di mamma. Il dejavu era inevitabile. L’ inquietudine pure. Ho viaggiato molto, sia internamente che nel mondo, alla ricerca di una risposta, una soluzione, un metodo che potesse placare questa incessante necessità di riempire. Ho raggiunto le foreste dell’Acre Amazzonico, le infinite distese di spiagge vulcaniche islandesi, le umide risaie vietnamite e nonostante abbia aggiunto innumerevoli esperienze e lezioni al mio bagaglio di vita, non sono ancora arrivata ad una conclusione.
Gaia ha proseguito nel suo intimo sfogo:
A tratti meditare, visualizzare, anche scrivere e buttare fuori tutto può aiutare, ma non elimina completamente la presenza dei “soliti” inquilini del mio cervello. Scegliere di abbracciare la propria evoluzione personale spesso significa sacrificare dei piccoli piaceri momentanei o rush dopaminici che possono tranquillamente diventare degli inutili cerotti posti sopra una ferita profonda e ancora aperta. Questa ferita va fatta respirare, ossigenare. L’ansia di risolvere un problema è essa stessa il problema. Un cane che si morde la coda, un’apparente risoluzione che sotto forma di “cura” va ad infettare più in profondità. Sono certa che dare il potere, della mia felicità, della riuscita dei miei obiettivi, dei miei sogni all’esterno sia uno dei motivi per cui questa inquietudine sia ormai resident. La bimba che è in me vorrebbe solo essere vista, amata, accettata, cercata. Senza dover per forza Fare “la brava”, servire a qualcosa o qualcuno, non dando mai e poi mai fastidio. Lei vorrebbe non dover cercare validazioni da sconosciuti solo per ricordarsi che è speciale così com’è. Senza bisogno di fare, ma semplicemente di essere.
La Gozzi ha quindi concluso:
Non interagiamo quasi più tra di noi, a meno che non ci sia una sicurezza nello scambio tra le parti. Sappiamo cosa ognuno abbia da offrire ancora prima di averci a che fare. Agiamo spinti da intenzioni egoiche travestite da azioni eroiche e ci rinchiudiamo in noi stessi ogni volta che qualcuno riconferma la teoria dell’inevitabile solitudine e dell’opportunismo “eticizzato”.
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