Paola Perego confessa: “Volevo morire, non prendevo in braccio mio figlio per non buttarmi dalla finestra”

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Paola Perego è stata ospite a Belve, programma di Rai2 condotto da Francesca Fagnani.



La Perego ha affrontato differenti argomenti di cui alcuni molto delicati: la sofferenza causata dalle crisi di panico, il dolore, la voglia di farla finita. Queste le sue parole:



Mi chiamavano algida perché prendevo i farmaci per gli attacchi di panico. Ho sofferto di panico per 30 anni, dai 16 anni. La volta più brutta è quando ho sbattuto un braccio contro un muro per romperlo e sentire un dolore diverso. Non ne potevo più di sentire questa ansia, questa voglia di morire. Volevo un dolore fisico che fosse riconosciuto dai medici, che all’epoca non capivano gli attacchi di panico e mi dicevano che non avevo niente. In onda non mi è mai capitato perché andavo sempre piena di farmaci e seguita da un medico. Un sacco di volte ho pensato che sarebbe stato meglio morire. Ma avevo anche paura della morte. Oggi non ho più attacchi, ne sono uscita totalmente.

Uno dei momenti più bui è stata la separazione dal calciatore Andrea Carnevale, con il quale la Perego ha avuto due figli, Giulia e Riccardo:



Ero sola, con un bambino che non dormiva né di giorno né di notte. È stata durissima. L’assenza di sonno ti fa fare pensieri brutti. Non lo prendevo in braccio per non avere la tentazione di buttarmi con lui dalla finestra.

Paola ha poi ritrovato il sorriso accanto a Lucio Presta, manager dello spettacolo che ha sposato nel 2011. Il matrimonio però non ha avuto solamente lati positivi:

Questo matrimonio mi ha svantaggiato perché mio marito che è una persona moralmente onesta, se deve proporre una persona per un programma non proporrà mai me. Per la paura che pensino che mi proponga perché sono sua moglie. Rispetto a tutti quelli che lui assiste io sono sicuramente svantaggiata. Sono anche avvantaggiata perché ho il numero uno a casa cui posso chiedere sempre consigli, anche a mezzanotte. Al contrario dicono che sono raccomandata, e non è vero che è inevitabile che lo dicano. All’inizio ci soffrivo tanto, perché l’ho conosciuto quando io già lavoravo in televisione e lui non era ancora il Lucio Presta di oggi. Poi ho pensato che questo mi offende, perché in realtà non sono capace di farmi raccomandare e così mi danno della stupida. Da quest’anno gli ho chiesto se mi può raccomandare!

Infine Paola Perego ha parlato della chiusura di Parliamone sabato, programma di Rai1 che la vedeva al timone. La lista delle caratteristiche delle donne dell’est causò una vera e propria bufera mediatica:

Il punto più basso è stato quando mi hanno chiuso Parliamone sabato, perché sono stata accusata di sessismo. Era un modo politico per eliminare un personaggio Rai, questo ci è stato detto. Io sono stata il capro espiatorio ma ho pagato veramente un prezzo troppo alto.