Ballando con le Stelle
Selvaggia Lucarelli paragona Barbara d’Urso a Chiara Ferragni: “Narcisiste che non accettano confronti”
Nella sua ultima newsletter la giurata di Ballando con le Stelle 20 ha fatto un parallelismo tra la conduttrice e l’influencer
Alessia S. 22/12/2025

Sabato scorso è andata in onda la finale di Ballando con le Stelle, a trionfare è stata Andrea Delogu accompagnata sul podio da Francesca Fialdini che si è accaparrata il secondo posto, e il terzo posto a pari merito, se lo sono aggiudicati Fabio Fognini e Barbara D’Urso.
Fra i protagonisti più attesi di quest’anno, proprio la D’Urso probabilmente perché in molti si sarebbero aspettati confronti più accesi fra lei e la giurata Selvaggia Lucarelli.
Invece, a parte qualche blando battibecco, la conduttrice ha sempre cercato di far prevalere la gara sulle polemiche, lasciandole un passo indietro rispetto alle sue performance da ballerina.
Nella sua ultima newsletter, la Lucarelli ha paragonato la D’Urso a Chiara Ferragni, dandole sostanzialmente della narcisista, che non ammette un confronto dialettico.
Inizialmente ha definito la partecipazione della conduttrice al dance show “stitica” e le ha dato della falsa:
“Non riesco a essere falsa”. Barbara D’Urso ha chiuso così, con una frase che probabilmente continuerà a risuonare tra i corridoi dell’Auditorium in un’eco fragorosa e perpetua, la sua stitica partecipazione a Ballando con le stelle.
Ora che è tutto finito e che non ho più il problema di non poter fare critica televisiva dello stesso programma in cui sono pure giurata, posso dirlo: amici giornalisti, che ca*** di occasione avete perso per dire cose interessanti. Avevate l’occasione di commentare l’intricato garbuglio psicologico e professionale in cui si è infilata (volontariamente) Barbara D’Urso e non siete riusciti a partorire mezza riga di analisi interessante.
Tutti troppo presi o a stare zitti per non irritare l’ex prima donna della tv (non si sa mai, magari torna ed è bene farsi trovare pronti per un eventuale posto da opinionista) o a scrivere articoli troppo spesso ridicolmente faziosi, puntualmente scritti dai soliti 3 o 4 soldatini che alla fine- fingendo di sostenerla- l’hanno utilizzata per attaccare me o l’altra nemica giurata di Barbarella: Francesca Fialdini (ebbene sì).
In quel “non riesco a essere falsa” paradossalmente c’era tutta la mancanza di verità che ha contraddistinto la partecipazione di D’Urso a Ballando e in definitiva anche tutti gli anni della sua tv peggiore, in cui il gioco era sempre far finta di dissociarsi dallo stesso trash che lei creava.
Il problema, casomai, è il non essere mai riuscita a essere vera.
Ballando era la sua occasione in mancanza di occasioni. A 68 anni, orfana di Mediaset, Barbara D’Urso si ritrovava senza il suo mondo di nani e ballerini ed era in cerca di una porta da cui rientrare. Tolti i nani, l’idea di ripartire dai ballerini di Milly non era male.
In seguito poi, l’ha paragonata all’influencer, definendola narcisista e dicendo che come la Ferragni, anche la D’Urso non sosterrebbe il confronto di una narrazione di sé diversa da quella che farebbe lei stessa:
In certi momenti mi ha ricordato Chiara Ferragni. Una sorta di archetipo del narcisismo. D’Urso non ha mai accettato di essere lì in quel ruolo perché non aveva il controllo del racconto di sé.
Non guardava, non rispondeva, “i parenti no” e quest’altro no, il camerino accanto alla conduttrice, suoi truccatori e parrucchieri di fiducia, perché “la padrona del mio racconto sono io'”
E infatti ha creato una specie di sitcom parallela sui social con Pasquale, faceva addirittura dirette con i follower per rispondere “fuori dal programma”, se ne è andata in ospedale per i fatti suoi riprendendo perfino il medico e postando tutto in anteprima sui suoi social, anziché consentire al programma di creare lui, per primo, la narrazione. D’Urso non ha fatto che metacommentare se stessa, creare un suo
Ballando, illudendosi di essere ancora padrona del racconto.Che poi era esattamente ciò che faceva Chiara Ferragni: non accettava intermediazioni, interviste, confronti. Gli interlocutori erano tutti troppo “bassi per lei” e lei si raccontava in autonomia, col filtro che voleva. In fondo, Ferragni e D’Urso sono sempre state le regine dei filtri, delle luci finte, dell’autonarrazione. Col risultato, per entrambe, che nessuna delle due si è mai messa in discussione.









