Musica

Achille Lauro: “Il talento è una menzogna, io sono un miracolato”. Poi svela qual è il suo (inaspettato) sogno nel cassetto

Il cantante di Incoscienti giovani ha poi confessato: “Sono single, non voglio storie perché…”

Carola 16/04/2025

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Dopo il concerto a sorpresa sulle scale di Piazza di Spagna a Roma, Achille Lauro è pronto a tornare sulle scene musicali con un nuovo album, intitolato Comuni Mortali.

Intervistato da Vanity Fair, il cantante – che spesso ha fatto discutere per alcune sue scelte stilistiche e non solo – ha parlato del suo nuovo progetto musicale, ma anche dell’infanzia e dei sogni futuri.

A proposito degli anni dell’infanzia, Lauro ha raccontato di aver vissuto degli anni piuttosto difficili, nella Periferia del nord est di Roma ed è stato vittima di bullismo, ma a volte per difendersi si è anche trasformato in carnefice. A permettergli di trovare la retta via è stata però sua madre, che lo ha aiutato a distinguere il bene dal male.

Un altro aiuto è arrivato grazie alla musica e alle opportunità che il cantante ha spiegato di essersi sempre costruito passo dopo passo, con gli investimenti e il trasferimento a Milano. Ma tutto ciò che ha avuto non è stato frutto del talento, come ha raccontato lui stesso:

Il talento è una menzogna, non esiste. Esiste la grande insistenza, la dedizione assoluta, l’ossessione in senso positivo. Non si nasce bravi, si nasce innamorati di qualcosa.

Proprio questa insistenza gli ha permesso di approdare sul palco del Festival di Sanremo nel 2019:

Quando nel 2019 ho detto che ci volevo andare, nessuno era d’accordo: “Sei un pazzo, continua con la trap”. E invece io avevo Rolls Royce pronta da un anno e mezzo, anche due, non l’avevo fatta uscire perché avevo capito che meritava un palcoscenico importante. Quell’edizione era ancora alla vecchia maniera: grandi voci, grandi canzoni che non contemplavano un pezzo così. Prima, ci fu la sorpresa dei giornalisti, che al preascolto definirono la canzone la nuova Vita spericolata, dopodiché dissero che inneggiava al consumo di droga. A parte che era una scemenza, però non fu semplice da gestire. Ero un ragazzo che si approcciava al mainstream, al pubblico vero, a dieci milioni di persone, con un brano completamente diverso dal mio repertorio solito, e per un mese dovetti difendermi da un’accusa infondata. Pesavo 65 kg allora, sembravo un alieno. È stata un’esperienza quasi scioccante e pazzesca insieme.

E poi l’anno dopo di nuovo:

Tutti a ripetermi: “Hai già fatto il tuo Sanremo migliore, non ti puoi superare”. E invece io sapevo che avevo tenuto il freno a mano tirato. Perché non avevo colto la potenza del format. Con Me ne frego ho costruito uno spettacolo in tre minuti, ho condensato un concerto di due ore in un solo brano.

Per quanto riguarda il futuro, Lauro ha parlato dei suoi spettacoli al Circo Massimo, ma anche della possibilità di tornare a X Factor: “Mi piacerebbe. Mi sono sentito nel mio habitat naturale”.

Parlando della sfera privata, il cantante ha ammesso di desiderare una famiglia, ma al momento non vuole storie:

Sono single, non voglio storie. Perché hanno bisogno di cure e attenzioni, e io potrò darle solo quando non avrò distrazioni. Ho ambizioni gigantesche, sogno in grandissimo: mi piacerebbe arrivare all’estero, fare moda… Chi mi immagina a sbocciare bottiglie della nightlife milanese, si sbaglia di grosso. Sono un ossessivo compulsivo che coglie ogni opportunità. Non è avidità, è che credo nella mia passione, nel darsi a quella passione, capisce? È così che sono finito anche all’Eurovision Song Contest.

E a proposito dell’Eurovision:

Ero appena uscito da Sanremo e mi proposero il palcoscenico internazionale dell’Eurovision passando dal contest Una voce per San Marino. Ovviamente non mi sono tirato indietro. Peccato aver scoperto dopo che, siccome San Marino non è tra i cosiddetti Paesi fondatori, non paga per i suoi artisti. Quando mi hanno presentato il listino di tutto quello che si poteva fare sul palco, non ho battuto ciglio. Vi invito a riguardare la mia performance: sembrava il concerto degli Iron Maiden. Mancava solo il Boeing privato per atterrare a Torino. Insomma, mi sono frullato l’equivalente di un appartamento in cinque minuti. Ma è andata bene così: si perde e si vince. Anche i Festival di Sanremo mi sono costati altrettanto, un po’ meno l’ultimo: ho messo una maglietta e sono entrato in scena senza fronzoli e senza show. Però, se devo fare un bilancio, visto che sono imprenditore e produttore del mio progetto, è un bilancio positivo.

Parlando di sogni futuri, invece, Achille ha raccontato una sua ambizione:

Forse la direzione artistica di Sanremo, ma non ho fretta. Per il momento lascio il compito a chi lo sta facendo benissimo, come Carlo Conti. Un pittore dipingerebbe lo stesso quadro per la sua intera esistenza? No. Ecco, io ho la necessità di cambiare quadro ogni volta, soprattutto di stupirmi

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