Ghali furioso si scaglia contro ‘Tale e Quale Show’ dopo la sua imitazione: ecco il motivo!

Martina Novembre 21, 2020

Ghali furioso si scaglia contro ‘Tale e Quale Show’ dopo la sua imitazione: ecco il motivo!

Si è aperta e chiusa tra le polemiche questa stagione di Tale e Quale Show, e il motivo è sempre lo stesso: il blackface.

Dopo il polverone mediatico che si era sollevato già alla prima puntata di questa nuova edizione del talent di Rai Uno, quando Francesco Paolantoni era stato fortemente criticato per l’imitazione di James Brown, ora nell’occhio del ciclone ci è finito anche Sergio Muniz, che ieri sera si è presentato all’appuntamento finale con lo show di Carlo Conti nei panni di Ghali.

A lanciare le accuse è stato proprio l’artista milanese, che ha attaccato prima la giuria e in particolare Loretta Goggi, la quale nel momento di esprimere il suo parere ha detto a Muniz che era più carino del cantante, e poi direttamente la trasmissione per l’uso del trucco più scuro e marcato per ricreare il suo colore di pelle.

Una scelta che non è per niente piaciuta all’artista che sui social ha tuonato: “Non c’è bisogno di fare il blackface per imitare me o altri artisti. Potrete dire che esagero, che mi devo fare una risata o che non si vuole offendere nessuno, lo capisco. Ma per offendere qualcuno basta semplicemente essere ignoranti, non bisogna per forza essere cattivi o guidati dall’odio. Si può anche essere belle brave persone e non sapere che la storia del blackface va ben oltre un semplice make up, trucco o travestimento“.

Ghali ha ritirato fuori un argomento, quello della blackface, ovvero uno stile di make-up teatrale diffuso nel XIX secolo negli USA che consiste nel truccarsi in modo marcatamente non realistico per assumere le sembianze stereotipate di una persona di colore, che è sempre stato molto dibattuto anche a Tale e Quale. E a proposito di questo argomento Carlo Conti si era già ampiamente espresso qualche settimana fa, chiudendo ogni polemica: Ci tengo a sottolineare che qui a Tale e Quale facciamo tutti i grandi artisti. A noi non interessa il colore della pelle o la loro religione. Per me noi sono celebrazioni di grandi artisti”.

Voi invece cosa ne pensate?

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