Noemi Bocchi e il processo penale contro l’ex marito: “Minacce e mani al collo”

La fidanzata di Francesco Totti e i dettagli delle accuse mosse contro l'ex coniuge

Linda Novembre 11, 2022

Noemi Bocchi e il processo penale contro l’ex marito: “Minacce e mani al collo”

Noemi Bocchi è sotto tutti i riflettori da mesi, ormai. L’attuale compagna di Francesco Totti è finita al centro del gossip di tutti i quotidiani dopo la conferma della sua relazione con l’ex capitano della Roma.

La donna, 34 anni, romana, ha già un passato e una storia d’amore alle spalle, proprio come Francesco che assieme a Ilary ha messo al mondo tre splendidi bambini: Chanel, Isabel e Christian.

I rapporti tra lei e il suo ex marito, Mauro Caucci, non sono però proprio idilliaci.

Secondo quanto riportato dal Corriere,  Noemi sarebbe stata abbandonata da un giorno all’altro con i figli di pochi anni, e poi sarebbe stata aggredita in casa dopo la separazione:

La storia del matrimonio tra Noemi Bocchi, 34 anni, attuale compagna di Francesco Totti, capitano per quasi vent’anni della Roma, e il marito Mauro Caucci, 35 anni, è oggi un processo penale nel quale l’uomo è accusato di maltrattamenti in famiglia.

Le tappe della vicenda sono ripercorse nella denuncia depositata dalla donna nel settembre del 2019, nove anni dopo il matrimonio celebrato a Tivoli, dove Caucci, nato a Roma, vive già da molti anni. Noemi, all’epoca, ha 24 anni.

“Caucci ha preteso da subito che interrompessi gli studi e mi ha impedito di intraprendere qualsiasi attività lavorativa. Disse che mi sarei dovuta occupare della famiglia e che in ogni caso il mio reddito sarebbe stato irrilevante rispetto al budget del menage familiare.” Aveva spiegato Noemi nelle opportune sedi.

Caucci, team manager della squadra di calcio locale, appartiene a una facoltosa famiglia che da quasi un secolo commercia marmo in Italia e all’estero ed è proprietaria di alcune cave a Guidonia e Carrara. Il matrimonio inizialmente sarebbe trascorso senza problemi. I due mettono al mondo, tra il 2011 e il 2014, due figli, una femmina e un maschio.

Nel 2017 qualcosa si sarebbe rotto, tanto da arrivare alla totale assenza di complicità di rapporto e dialogo, come ammesso da lei stessa:

Poi, un giorno di novembre di quell’anno, Caucci esce di casa improvvisamente, lasciandomi da sola con i nostri figli. Come è immaginabile io avrei preferito mantenere un rapporto quanto più civile con mio marito. Ma dopo mesi infruttuosi poiché non mi dava alcun contributo ho depositato un ricorso per separazione giudiziale. Mio marito ha cominciato a farmi mille pressioni per accettare le sue condizioni. Promettendomi che non mi avrebbe fatto mancare nulla, come nulla sarebbe mancato ai nostri figli.

A quel punto, nell’aprile del 2019, i due sono arrivati a un accordo consensuale. In base a questo, Caucci  avrebbe versato 1.250 euro al mese per ciascun figlio. Ma non è stato sempre così. Il punto critico poi, in una serata di maggio dello stesso anno, quando la donna ha invitato a dormire un amico e l’ex marito, scoprendolo, si sarebbe attaccato al citofono:

Caucci è arrivato e ha cominciato a citofonare in continuazione, nonostante lei lo preghi di andar via perché i figli stanno dormendo. Lui la minaccia di «non staccarsi dal citofono». Una volta entrato, le mette le mani al collo, la strattona (l’uomo pesa 116 chili).

Bocchi si rifugia in bagno, Caucci minaccia allora di buttar giù la porta; poi la aggredisce e all’alba va via. Qualche giorno dopo le chiede un incontro, sostiene di non ricordare niente, ma quando lei lo incalza prova a convincerla, chiede perdono. È tutto inutile. Bocchi, forte di un referto medico che attesta le ferite che l’ex le ha causato, lo denuncia. «Quello che ho subito è gravissimo», dice.

Davanti al giudice dunque, al quale è stato rinviato, Caucci dovrà difendersi anche, come si legge nel capo di imputazione:

Dall’aver violato gli obblighi di assistenza morale e materiale legati alla potestà genitoriale, serbando una condotta contraria alla morale delle famiglie. In particolare disinteressandosi, dopo essersi allontanato dal domicilio familiare, dei figli minori.

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