Riccardo Scamarcio: “Il mio eden è coltivare la terra, avere una donna e fare l’amore!”

Edicola Agosto 4, 2015

Riccardo Scamarcio: “Il mio eden è coltivare la terra, avere una donna e fare l’amore!”

Attore e ora anche produttore, al Social World Film Festival che si è svolto a Vico Equense (NA) Riccardo Scamarcio ha ottenuto il Golden Spike Award e ha apposto la firma per il Walk of Fame, monumento del cinema. Inoltre, è da sempre considerato un sex symbol, così quando gli si chiede se pensa che la bellezza sia un vantaggio o un limite, risponde: “Fin da giovane volevo fare l’attore e ho lavorato per raggiungere quest’obiettivo. La bellezza è importante per sedurre, ma nella vita quotidiana può anche essere un limite. Se qualcuno mi ha apprezzato più per il mio presunto fascino che per le mie capacità di attore, mi importa poco“. Poi, essendo l’amicizia il tema del Festival, Riccardo parla del valore che ha per lui nella vita: “L’amicizia è il valore più importante, da preservare e coltivare, è quel sentimento bellissimo che ci accompagna per tutta l’esistenza. L’amore e la felicità sono passeggeri, l’amicizia ci sarà per sempre“. Quanto alla vita professionale, commenta così la differenza tra la carriera da attore e quella da produttore: “Stiamo producendo il film Per amor vostro, in cui ci sarà anche la mia compagna Valeria Golino e dovrebbe uscire il prossimo autunno. Sono due mondi completamente diversi. L’attore è solo la punta dell’enorme organizzazione che c’è dietro la realizzazione di ogni film e come tale ha un impegno limitato. Il produttore, invece, si trova ogni giorno ad affrontare tanti sacrifici e a risolvere tanti problemi. Proprio per l’impegno che serve, il produttore si impegna solo per i lavori in cui crede davvero: io non riuscirei a produrre un film in cui non mi rispecchio totalmente. La realizzazione del film Verso l’Eden è stata un’esperienza importante, sono stato fiero di lavorare con un maestro come Costa-Gavras. Tra le comparse c’erano dei veri migranti e siamo stati a contatto con persone che hanno vissuto esperienze di immigrazione o clandestinità. Conosco, da pugliese, il dramma dei migranti: ero ragazzo quando negli anni ’90 sbarcavano le carrette del mare con i fuggitivi dall’Albania“. E quando provocatoriamente gli si chiede qual è il suo Eden, risponde: “Dal punto di vista professionale, non lo cerco, mi piacciono il sacrificio e la fatica. Dal punto di vista personale il mio paradiso è la vita rurale: avere una casa in campagna, una donna, coltivare un pezzo di terra, accudire qualche animale, mangiare in modo sano, fare l’amore, condurre una vita semplice“. Infine, quando si ripercorre la sua storia e gli si chiede di dare un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera, commenta: “Quando ho iniziato volevo fare il cinema, ma sono partito dal teatro, ero motivato da una forte passione e anche una piccola parte per me andava bene. E’ un lavoro in cui bisogna reinventarsi, si vive in continua incertezza anche quando si è affermati. In scena cerco di essere un re nudo, mentre nella vita privata proteggo la mia privacy perché il mistero è importante. Consiglio ai giovani di prepararsi seriamente, frequentare scuole di recitazione e cominciare a teatro, una palestra formativa. In tv vediamo spesso talent show che portano alla ribalta attori o artisti alle prime armi o senza la minima esperienza ma il successo serve a poco se prima non c’è tanta gavetta. Non è un buon inizio, si diventa merce: i talent hanno l’handicap di esporti senza protezione. I miei obiettivi? Vorrei aiutare il cinema italiano a ritornare a splendere come deve e può fare, soprattutto in ambito internazionale, con la consapevolezza di un uomo di 35 anni che conosce, in piccola parte, come funzionano le cose in Italia e fuori. La regia? Per ora no. Forse non mi vedo nemmeno portato, ma se dovessi dirigere un film, saprei come controllare che i soldi vadano nel posto giusto“.

Fonte: Vero

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