‘Amici di Maria De Filippi 16’: l’opinione di Isa sulla semifinale

Isa Maggio 21, 2017

‘Amici di Maria De Filippi 16’: l’opinione di Isa sulla semifinale

Ok, io gestisco un blog che parla di trasmissioni televisive, che parla di talent show, di reality show e che quindi parla anche di Amici. Di conseguenza sono tenuta a seguirlo per avere le giuste basi per dare un mio parere in merito. Ecco, io seguo Amici per questa ragione. Però oggi, all’indomani della semifinale più lunga della storia, la cosa che davvero non posso fare a meno di chiedermi è: ma chi è libero di scegliere, no, chi il sabato sera può decidere cosa fare di quelle tre ore della propria vita… perché guarda Amici? No, davvero, sono seria. Cioè perché? E’ una qualche strana forma di masochismo della quale non sono a conoscenza? Una cosa tipo emo che si sentono meglio se soffrono? No, davvero, fatemelo capire, perché secondo me per auto-infliggersi scientemente tre ore di visione di Amici 16 deve davvero esserci un problema di fondo, un odio represso verso la propria persona.

Scherzi a parte io confermo quanto già detto nelle ultime opinioni: mai come quest’anno mi era capitato di trovare il serale così pesante, così lungo, interminabile. Tipo che già dopo la seconda performance guardo l’orologio con la speranza che sia mezzanotte e invece no, quelle maledette lancette sono ferme alle 21.40 e sembrano gridarmi ‘ti devi cuccare altre 3 ore di sta mappazza, ‘a stronza!!!‘. A questo aggiungeteci pure l’apoteosi raggiunta ieri con il giudice speciale.. cioè fondamentalmente ogni volta io cerco l’ancora di salvezza di queste puntate mappazzoniche nel quinto giudice che in linea di massima è quasi sempre un figo e almeno tu lo guardi e piangi con un occhio solo. Ecco, ieri il momento di vero godimento era rappresentato da Gerry Scotti. Gerry Scotti.

Gerry.

Scotti.

Come io sia sopravvissuta a tutto ciò e non mi sia impiccata con il filo del mouse è un mistero.

Andreas Muller e Sebastian Melo Taveira sono bravi, bravi davvero. L’ho detto mille volte e lo ribadisco: sono due finalisti perfetti, hanno qualità enormi e visibili a tutti e chiunque dei due vincerà lo avrà ampiamente meritato. Eppure tra un quadro di Peparini e un altro ( ve l’ho detto quanto mi hanno stracciato le ovaie i quadri di Peparini, vero?) finisco per trovare ridondanti anche le loro esibizioni. E’ proprio tutto lo show che andrebbe rivisto e reso più accattivante, magari attraverso la diretta e il televoto che regalerebbero almeno il brivido dell’imprevedibilità, perché così è una tortura cinese, davvero.

Ad ogni modo Andreas e Sebastian sono comunque la parte migliore di tutto lo spettacolo. Il sogno sarebbe quello di vedere uno dei due (sapete che io sono particolarmente affezionata ad AndreasBelloDiZia ma giù il cappello anche per,) vincere tutto il programma perché se mi si parla di talento vero e puro io lo riscontro solo in loro due, ma fondamentalmente non ci spero nemmeno perché ad Amici i ballerini ormai da anni sono solo un simpatico contorno, manco mi ricordo quanti secoli sono passati dall’ultima vittoria generale di un ballerino. I veri big money ruotano attorno ai ragazzetti del circuito canto, ruotano attorno alle case discografiche, ai ciddì venduti, ai firmacopie e a quella manciata di concertini che si riescono a portare a casa finché gli strascichi di notorietà dati dal programma durano. Per queste ragioni direi che, salvo ribellione popolare attraverso i televoto, a vincere sarà un cantante. Chi lo meriterebbe? Per me nessuno e di conseguenza, davvero, uno vale l’altro. L’eliminazione di Mike Bird mi ha lasciata completamente indifferente, è uscito lui, fosse uscito Riccardo Marcuzzo o Federica Carta sarei stata altrettanto indifferente (per quanto concerne la gara,sia chiaro. Poi ovviamente vedere dei ragazzi tristi per l’interruzione di un sogno è un altro conto e lì, invece, mi dispiace a prescindere a livello umano). Artisticamente li trovo tutti completamente, integralmente e tristemente mediocri per cui che esca l’uno o esca l’altro, che vinca l’uno o vinca l’altro fondamentalmente…

Su Mike la mia idea è sempre la stessa: è figo quando canta in inglese e canta brani James Blunt style, una volta fuori da quella sua zona confort diventa un pappagallo che cerca di riprodurre i suoni delle canzoni in italiano che gli vengono assegnate. L’altra volta abbiamo visto l’imitazione di Faletti in Signor tenente, ieri ci siamo cuccati quella di Vecchioni in Chiamami ancora amore: Mike ne imitava pause, timbro vocale, modo di calcare certe parole… ci mancava giusto che si mettesse la mano in tasca durante la performance e uno di quegli occhiali finti con attaccato il nasone e poi l’impersonificazione sarebbe stata completa.

Federica Carta mi ricorda Chiara Galiazzo che mi ricorda Francesca Michielin che mi ricorda Annalisa Scarrone… e potrei continuare all’infinito. Ho reso l’idea di quanta fatica io faccia a capire che canta Federica Carta quando canta Federica Carta? Insomma, una personalità artistica travolgente, un’originalità devastante. Ah, ci tengo a precisare che prima di ricordarmi la divina Scarrone la Carta deve passare attraverso le fasi Galiazzo e Michielin e almeno altre 19 cantanti a caso dei talentsciò andati in onda in questi anni. Insomma, per rendere l’idea, Nali è un iphone 7 plus, Federica è il telefono giallo con il suono della mucca e della pecorella che ho regalato a mia figlia per i suoi 3 mesi.

E per concludere c’è lui, il divin Marcuzzo, quello sulla cui vittoria finale io punterei il mio euro virtuale e la cui eventuale vittoria, peraltro, sarebbe, sempre secondo me, la più sensata essendo lui l’allievo che, vuoi per l’occhio azzurro, vuoi per il modo di fare strafottente che tanto intriga le giovincelle (e tanto fa venir voglia di appiccicarlo un muro alle vecchie incazzose as me), vuoi per gli inediti Benji e Fede style ( Benji si scrive così? Non andrò a cercarlo su Wikipedia quindi se è sbagliato giustificatemi e, rispetto a questi nuovi cantanti dell’era moderna, consideratemi rincoglionita come i sessantenni che sui social scrivono ‘buongiorissimo kaffffè‘) alla fine riscuote il maggior successo in quella fascia di età più giovane che costituisce l’ossatura del pubblico di questa trasmissione e che, peraltro, è quella stessa fascia di pubblico che poi compra i cd e decide del successo o dell’insuccesso di questi ragazzi. Io trovo la sua voce fastidiosa ai livelli di quella di Nicole Mazzocato di Uomini e Donne, però se alle spettatrici amiciane piace lo accetto e me ne faccio una ragione.

La prossima settimana vedremo chi la spunterà ma la cosa davvero davvero interessante sarà rivederci l’anno prossimo, stessa ora, stesso posto, stesso bar, per vedere se ci ricorderemo ancora i nomi di tutta sta gente o se, anche loro, saranno inghiottiti in quel vortice di anonimato che ha brutalmente investito i partecipanti delle ultime ventordici edizioni salve rare, rarissime eccezioni.

Nota di colore finale: ragazzi una cosa sconvolgente! Ieri durante il momento guore in cui i ragazzi erano tutti a centro studio a dire cose melense non so come e non so perché, io, che non stavo guardando lo schermo e avevo solo l’audio in sottofondo, ho notato una cosa incrediBBBBBile! Allora, fate questo esperimento: chiudete gli occhi mentre Marcuzzo parla. Chiudete gli occhi e vi sembrerà si sentire… Marco Firpo di Gemmona! No, ragazzi, pazzesco! Voce identica! Riccardo parlava di amore e di come ancora non abbia avuto la fortuna di innamorarsi e a me sembrava di vederla lei, a casa, davanti allo schermo, pronta a puntare una nuova vittima.

Marcuzzo, scappa finché sei in tempo, scappa!

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