Federico Fashion Style racconta i dettagli dell’aggressione omofoba subita in treno: “Mi girava la testa, usciva sangue dal naso”

L’hair stylist ha poi parlato della separazione dalla compagna, e sulla figlia Sophie: “Quando l’accompagno a casa piange disperata”

Giusy Aprile 27, 2024

Federico Fashion Style racconta i dettagli dell’aggressione omofoba subita in treno: “Mi girava la testa, usciva sangue dal naso”

Questo pomeriggio Federico Fashion Style è stato ospite negli studi di Verissimo, il salotto di Silvia Toffanin in onda ogni  weekend su Canale 5.

Ai microfoni della conduttrice Federico ha raccontato come si sente dopo l’aggressione omofoba subita in treno:

Adesso sto un po’ meglio. Sono stati giorni difficili. Oltre al dolore fisico che ho subito, che ringraziando il cielo non è stato un dolore enorme, però ho sentito un dolore interno. Mi sono sentito veramente quasi umiliato davanti a tantissime persone e credo che non me lo meritavo questo.

Successivamente l’hair stylist ha raccontato quanto avvenuto in viaggio da Milano verso Napoli:

Qualche giorno fa ero in partenza da Milano con destinazione Napoli in treno. Questo treno viaggiava in ritardo, io dovevo andare al salone di Napoli. Esco dal salotto e vado a chiedere al capotreno quanto aveva di ritardo il treno. Lui mi spiegava… mi giro e c’era questo mostro… io lo chiamo mostro… era lì con il cellulare che mi riprendeva. Gli ho chiesto di non farlo perché comunque sono un essere umano.

Mi inizia a dire “è impossibile non ti ho fatto nessuna ripresa, deficiente, sei il pagliaccio d’Italia, ti devi vergognare”. Chiedo al capotreno di chiamare la polizia perché voglio segnalare questa persona. Appena detto questo mi dice “vatti a mettere seduto fr*cio di m*rda”. Gli dico “dovresti vergognarti”, non finisco di parlare che mi ha dato un cazz*tto in faccia davanti a tutti. Poi mi ha sbattuto la faccia al vetro. Non capivo nulla, mi girava la testa, mi usciva sangue dal naso. Lui si è giustificato dicendo che stavo aggredendo il capotreno. Fortunatamente il capotreno ha testimoniato, dicendo la verità.

Federico ha continuato:

Non è tanto il dolore fisico ma quello dentro di me. L’ho sentita proprio violenta. Mia mamma piangeva disperata, mio padre avrebbe voluto essere lì. Purtroppo le persone sono così. Magari uno esce per andare a lavorare, stai antipatico a qualcuno e torni a casa con un cazz*tto in faccia. Veramente surreale.

L’uomo ha raccontato di aver ricevuto molti messaggi di vicinanza:

Tanta solidarietà sui social. Chiaramente la mattina ho un po’ di ansia quando esco di casa. La sera ancora non sono uscito. Mi sento osservato dalla gente. Una cosa che dovrò superare.

Questa parola l’ho sentita anche da una persona molto vicino a me, che ho denunciato. L’omofobia è la malattia, non l’omosessualità. Chi è omofobo prima dovrebbe farsi un esame di coscienza e poi giudicare gli altri.

Il mio coming out mi è costato tanto. Ci ho messo un po’. Stavo con una persona che ho amato tanto. Il tempo ti fa capire tante cose. Da lì ho deciso di dirlo prima a lei, lei, la mamma di mia figlia ne era a conoscenza da tempo.

Federico ha poi parlato della separazione dalla compagna e della figlia Sophie:

L’avessi detto prima sicuramente adesso non vivrei questo momento di separazione drammatico. Io la bambina la vedo ma quando due si separano iniziano cose surreali. Il papà non è bravo… il papà deve sentire la bambina alle 8 di mattina… io lo volevo un rapporto di serenità con lei. Una separazione legata a un aspetto economico. Io ho lasciato la mia casa, la casa che mi hanno lasciato i miei genitori, perché giustamente i giudici l’hanno assegnata a mia figlia. Questa casa è chiusa da due anni perché secondo lei non è agibile.

Ho vissuto cose che non mi aspettavo perché con questa ragazza ci ho passato 17 anni della mia vita. Purtroppo il papà è sempre meno agevolato rispetto alla mamma. Soffro tantissimo credimi. Mi faccio vedere che sorrido, lustrini, paillettes, ma dentro ho tanta sofferenza.

Io quando l’accompagno a casa la bambina piange disperata perché vuole stare con me. Spero si trovi una soluzione, lo spero per mia figlia. Lei ogni volta dice sempre” spero mamma e papà tornino insieme”. Come in tutte le famiglie separate chi ci rimette sono i figli. Fare la guerra non serve a nulla.

Rifarmi una vita? Questo non è il momento per farmi una vita. Per me l’amore è solo ed esclusivamente mia figlia. Trovare un accordo? Io sono propenso. I bambini tanti traumi se li porteranno a lungo. Spero si possa risolvere tutto e Sophie se lo dimenticherà.

COMMENTI