Grande Fratello Vip 7: l’opinione di Chia sulla quinta puntata

Chia Ottobre 4, 2022

Grande Fratello Vip 7: l’opinione di Chia sulla quinta puntata

Una delle più brutte pagine di televisione che io ricordi, quella raccontata ieri sera nella quinta puntata del Gf Vip 7.

Quelle clip che mostravano Marco Bellavia entrare nella Casa con un sorriso che è andato a spegnersi giorno dopo giorno, bordata dopo bordata, mandate in onda una via l’altra in un drammatico crescendo di cattiveria e indifferenza, sono state peggio di un pugno allo stomaco. Una sequela di immagini crude, devastanti e spietate che hanno raccontato in modo molto chiaro l’allarmante freddezza di un intero gruppo nei confronti di una persona in evidente difficoltà. Talmente cinici ed egoriferiti che nemmeno quando l’han visto piangere buttato a terra hanno avuto un briciolo di umanità nei suoi confronti. Nessun moto di naturale empatia, anzi, ma addirittura “paura per la propria incolumità“. E poi i folli sarebbero gli altri, eh?

In manco due settimane sono riusciti con le loro malignità a risvegliare tutti i peggiori mostri del suo passato. L’hanno isolato, umiliato e denigrato. Gli hanno urlato contro e gli hanno riso in faccia. L’hanno fatto passare per squilibrato, patetico, a tratti maniaco e pure omofobo. Così fomentati a (s)parlare continuamente di lui, ma mai con lui. E lui, stremato, non ha potuto che abbandonare la Casa dopo aver ricevuto uno dei trattamenti più aberranti mai visti in un reality. L’ha fatto senza spendere MEZZA PAROLA contro il branco, ma anzi scusandosi per non avercela fatta a tenere duro.

Si è scusato lui con loro, ci rendiamo conto? Con loro che nemmeno ieri sera hanno avuto la decenza di fare mea culpa, anzi hanno continuato a sostenere che “siamo stati tutti molto vicini a Marco!” (ma quando? Ma dove? Se nemmeno in cucina riuscivate a stargli accanto! Ma che film avete visto?) e che “il bullismo è un’altra cosa, però!” (e no, nonostante io abbia sempre detestato l’uso di termini pesanti come ‘bullismo‘ e ‘omofobia‘ in contesti frivoli come i reality, stavolta non è “un’altra cosa“, è ESATTAMENTE quella, purtroppo…). Così tremendamente egoisti e insensibili al dolore altrui che persino dopo una diretta allucinante come questa l’unica cosa che sono riusciti a pensare è che “per una frase sbagliata ora bisogna sentirsi una mer*a!“. UNA frase sbagliata? UNA? Siete proprio sicuri?

Perché la cosa più agghiacciante è che manco davanti all’evidenza delle clip la maggior parte dei concorrenti s’è resa conto della BRUTALITA’ di quelle scene, della GRAVITA’ di certe esternazioni e dello SCHIFO di cui si è resa protagonista. Appena hanno capito l’aria che tirava hanno pensato solo a pararsi il cul*, a tentare (vanamente) di salvaguardare la propria immagine, a sottolineare quanto fossero stati incredibilmente inclusivi e magnanimi con una persona problematica come Marco. Non un “abbiamo esagerato“, nessun “è vero, abbiamo sbagliato“, nemmeno l’ombra di scuse sentite.

In mezzo a quel disgustoso coro di “io qua” e “io là“, un’unica voce s’è levata per chiedere al conduttore la cosa più importante: “Alfonso, come sta lui?“. Quella di Antonella Fiordelisi, di 22 persone la sola che di fronte alla durezza di certe immagini era in lacrime nonostante fosse stata l’unica ad aver ascoltato davvero Marco, ad averlo confortato offrendogli la propria spalla su cui piangere, ad averlo spronato affinché tenesse botta. Nessun altro lì dentro gli è stato vicino come ha fatto lei, va detto.

Giusto Luca Salatino e George Ciupilan hanno mostrato quel minimo di sensibilità che mi sarei invece aspettata da gente anagraficamente (e soltanto anagraficamente, purtroppo) più matura, lì dentro, evitando non solo di accodarsi ai beceri giudizi altrui ma pure di fregiarsi di chissà quale merito, ieri sera, quando Alfonso Signorini li aveva distinti dal resto del branco. Avrebbero potuto approfittare del gancio del conduttore per prendere le distanze dagli altri, per non essere trascinati a fondo con loro, per millantare chissà quali meravigliosi momenti trascorsi con Marco come han fatto – senza vergogna – alcuni Vipponi.

E invece li ho apprezzati tanto quando hanno ammesso che “quando succedono queste cose abbiamo perso tutti“. Preferendo stare in silenzio, davanti a certi video, piuttosto che aprire la bocca per continuare imperterriti a proferire solenni puttan*te come han fatto altri. Tra i più giovani concorrenti della Casa, loro tre, e sicuramente quelli che si portavano cuciti addosso i maggiori pregiudizi, visti i loro trascorsi televisivi. E invece hanno dato una pista a chi i propri 50, 60 o 70 anni di vita vissuta li ha buttati COMPLETAMENTE nel cess* al primo “Se hai dei problemi dovevi stare a casa tua“.

Forse la Casa del Grande Fratello non era il miglior posto per Bellavia in questo momento, e qualcuno avrebbe dovuto accorgersene prima che varcasse la porta rossa, ok. Però non prendiamoci in giro, perché il problema non è stato tanto “il contesto non adatto a lui” quanto le persone che in quel contesto si è ritrovato attorno. Quelle sì che non erano “adatte a lui“. Perché Marco quando è entrato stava BENISSIMO. Scherzava, faceva il cazz*ne, flirtava con Pamela Prati. E’ chi gli stava attorno che giorno dopo giorno – deridendolo, aggredendolo e sbeffeggiandolo – gli ha fatto “rivivere in poche ore 30 anni dei miei problemi“. E a quel punto sfido chiunque a non avere un tracollo.

Il suo grido d’aiuto in quel momento era stato chiaro, netto, disarmante. “Non ho punti di riferimento però conto di riuscire ad andare avanti se mi date una mano tutti quanti, perché da solo non ci riesco mentre in gruppo riusciremo a fare un gran lavoro, ne sono convinto. Voglio rimanere qui dentro apposta, non per aiutare voi, per aiutarci reciprocamente. Perché se una persona ha bisogno e le altre 22 l’aiutano ce la farà, invece da solo è impossibile“. E loro anziché comprenderlo e aiutarlo si sono egoisticamente e vilmente voltati dall’altra parte. Avoja Giovanni Ciacci a dire che “non avevo assolutamente capito il suo disagio, non l’avevo proprio capito“. Non c’era nulla da capire, c’era solo da ascoltare. Ma era più importante fraintendere una stupida nomination che tendergli una mano, ovviamente.

Vorrei ricordare che in passato diverse altre persone hanno varcato la porta rossa pur non essendo completamente serene e risolte, in quel momento. Penso a Raffaello Tonon, a Veronica Satti o a Tommaso Zorzi, per esempio. Ma se non si è arrivati a certi livelli beceri (o addirittura non ce ne siamo quasi accorti, delle loro difficoltà), allora, è stato proprio grazie al BEN DIVERSO grado di umanità di chi avevano attorno. Persone che non li hanno giudicati, ma confortati e supportati. Gente che se veniva svegliata nel cuore della notte da un attacco d’ansia improvviso rispondeva con una carezza, non con le urla. Esseri umani, nel vero senso della parola. Ma non tutti possono dire di esserlo, a quanto pare.

E penso che ci voglia del discreto pelo sullo stomaco per affermare, come ha fatto Charlie Gnocchi (che si vanta pure di “essere amico di Marco da 30 anni“, che con un amico così uno rivaluta pure i nemici, almeno quelli giocano a carte scoperte…), che “il Grande Fratello è stato molto duro con noi stasera“. Che se fosse stato davvero duro, lui ora sarebbe a casa sua insieme a Gegia e Wilma Goich. Altroché.

Perché ieri sera Alfonso è riuscito a gestire in modo quasi impeccabile una delle situazioni più complesse che il reality ricordi. Che di “pagine tristi” ce ne sono state – ahinoi! – parecchie, nelle varie edizioni, ma così desolanti mai. E io che, visti i precedenti, temevo la solita strigliatina Ricciarelli style sono rimasta piacevolmente stupita non solo nel sentirgli ammettere che di fronte ad una situazione così grave la colpa è di tutti, a partire da se stesso e dagli autori, non solo dei concorrenti, ma anche dal tono giustamente perentorio usato nei confronti di (quasi) tutti i Vipponi. L’unica cosa che tuttora mi sfugge è quale “comportamento da concorrente che a me stesso non piaceva!” abbia mai avuto Bellavia, perché davvero io continuo a non trovare in nulla che lui ha potuto fare o dire ALCUNA GIUSTIFICAZIONE a certe reazioni veementi degli altri. Ma tant’è.

Dicevamo… ieri Signorini se l’è cavata bene, nonostante le difficoltà. Asciutto e severo, non si è fatto intortare dalle fantasiose scuse che qualcuno tentava di accampare (“ho pensato che piangesse per la felicità!” su tutte…) e ha più volte palesato loro il totale sdegno di noi telespettatori (anche se, viste le urla spontanee che provenivano dallo studio, forse non ce n’era manco troppo bisogno stavolta). Ma non ho trovato giusto che a farne le spese, alla fin fine, siano stati soltanto Ginevra Lamborghini e Giovanni Ciacci, ecco.

Fatemi innanzitutto dire che all’odio non si risponde MAI con l’odio. Per questo NON CONDIVIDO ASSOLUTAMENTE la ferocia di certi attacchi che in questi giorni abbiamo letto sui social nei confronti del branco. Non ci si può lamentare del trattamento riservato a Marco se poi si gode nel vedere Ginevra in preda ad un attacco di panico all’arrivo in studio. Se si chiede umanità, bisogna anche dimostrarla.

Però che andassero presi provvedimenti seri è fuori discussione. Quindi SACROSANTA la squalifica della Lamborghini (nonostante fosse una delle poche ad essersi accorta, seppur troppo tardi, di averla fatta fuori dal vaso…) e prevedibile il plebiscito che ha decretato l’eliminazione di Ciacci. Ma non dovevano essere i soli ad essere botolati nella vergogna.

Perché per quanto mi riguarda quel “si merita di essere bullizzato!” è grave TANTO QUANTO la “neurodeliri” di Elenoire Ferruzzi, quel “questa è la Casa del Gf Vip e non un posto dove curarsi!” di Sara Manfuso e “quello è matto, è pazzo, un malato!” di Gegia. Una donna così sconnessa dalla realtà che ha continuato a sostenere di “essere stata vicina a Marco” nonostante persino ieri sera abbiamo sentito uscire dalla sua bocca delle frasi di una gravità ASSURDA nei suoi confronti. E quando si è lasciata andare a quell’applauso isterico dopo l’eliminazione di Giovanni urlando che “sei stato meraviglioso in questi giorni, ci cucinavi!” ha palesato come quello ‘squilibrato‘ lì in mezzo non fosse decisamente Bellavia.

Tremendamente ingiusto, poi, che nella rosa dei candidati al televoto flash non figurasse né il grande amico Gnocchi (“ma cosa siamo, degli psicanalisti? Allora vai in ospedale!“) né la Goich. Nonostante quel suo “ti sei mai posto il problema che sei proprio tu la causa dei tuoi mali?” sia stato tra le uscite più gratuite e infelici tra tutte quelle che abbiamo sentito. Due persone che, a differenza di Ginevra, nemmeno col famoso ‘senno del poi‘ hanno compreso quanto gravi e infimi siano stati i loro comportamenti, tanto che – visto che non sono stati menzionati – continuano tuttora a pensare di essere stati impeccabili. E sono ancora lì.

Sapevo che non ci sarebbe stata l’eliminazione di massa che agognava il popolo dei social. Azzerare tutto e ripartire da capo non era fattibile, ovviamente, ma onestamente mi aspettavo BEN PIU’ che due soli concorrenti sbattuti fuori da quella Casa. Perché hanno sbagliato TUTTI, lì dentro. Sia chi si è lasciato andare a giudizi vomitevoli sia chi contro quei giudizi vomitevoli non ha preso SUBITO una posizione NETTA.

Per quanto mi riguarda questa edizione è ormai falsata, comunque. Nonostante io abbia sconfitto un tumore come Carolina Marconi e abbia perso per lo stesso motivo una delle persone più importanti della mia vita come è capitato a Wilma, alla luce di tutto quello a cui abbiamo mestamente assistito in questi giorni come potrei mai empatizzare con chi del dolore altrui se n’è fregato? Non è pensando che il proprio dolore sia più meritevole di attenzioni del dolore degli altri che si reagisce alle sofferenze. Altrimenti queste non ci hanno insegnato davvero nulla.

C’è solo un aspetto positivo, in tutta questa triste vicenda. Che grazie a Marco si siano accesi i riflettori sull’incredibile importanza della salute mentale. Che troppo spesso viene sottovalutata e sminuita nonostante sia tutto fuorché scontata, specie in una società impietosa e spesso crudele come quella in cui viviamo.

Mi piacerebbe restare e dimostrare che oltre il dolore fisico c’è anche quello mentale. Se impari a prenderti cura della mente adesso, non avrai i miei problemi a 60 anni. Se piango è così, non so bene perché. Quando non sai bene il motivo hai paura di ciò che non sai. Se sono solo non riesco ad uscirne. Magari tutti insieme mi aiuterete anche in maniera fantasiosa a stare meglio. Magari mandiamo anche un bel messaggio. Fuori magari i ragazzi daranno una mano a chi ha bisogno!“, sperava Bellavia confidandosi con Antonella. E se anche una sola persona, là fuori, si impegnerà ad ascoltare di più e giudicare di meno, d’ora in poi, la sofferenza di Marco non sarà stata vana.

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