Ambra Angiolini “ridimensiona” la sua storia con Massimiliano Allegri: “L’unico vero fallimento…”

La neo giudice di X Factor parla anche di questa nuova esperienza televisiva e ricorda il dramma della bulimia vissuto da ragazza

Linda Agosto 18, 2022

Ambra Angiolini “ridimensiona” la sua storia con Massimiliano Allegri: “L’unico vero fallimento…”

Ambra Angiolini, attuale conduttrice di X-Factor è tornata a parlare della sua ultima relazione tormentata, quella avuta con Massimiliano Allegri.

Ad oggi, l’attrice si è definita per Vanity Fair libera e felice. “Non ho bisogno per forza di un amore per stare bene, né la fine di un amore per stare male. ll mio cuore batte a prescindere“. ha spiegato la Angiolini, proseguendo il discorso intendendo quella relazione come un vero e proprio “errore di valutazione”:

Noi donne non sempre troviamo o offriamo l’amore della vita. Certe volte pensavi fosse amore e invece era un traghetto. Anche per questo sto attenta che i miei figli non vedano troppi cambi, troppe staffette. Non voglio che debbano portare il peso della gente che parla, soprattutto non voglio che sappiano le cose dai giornali: se c’è qualcuno da presentargli, voglio farlo io. Per questo non vado nei posti alla moda: niente Ibiza, Formentera. Però a volte pure se vai in una grotta, in un pozzo di sale, c’è uno che ti fa una foto.

Quando mi beccano una parte di me pensa anche “che bravi”. L’altra si dispera perché dietro il gossip ci sono delle persone. E ho la sensazione che una donna separata che ha una vita sessuale risolta e appassionata sia ancora vista come una cosa scandalosa. Dovremmo tutte essere come le nostre madri che ci parevano asessuate e circonfuse di una luce di santità?.

Sono John Rambo, propongo solo giungle che ho già percorso. E allora vedi che il mostro è un cogl*one, una figura scema, una cosa che può anche farti ridere, e che è infinitamente piccola rispetto a quanto sei immenso tu. Lo si è detto nelle varie fasi della mia vita privata, diventata pubblica, mio malgrado, l’ennesimo superpotere che è stato attribuito a questa mia esistenza targata Marvel. Hanno detto che rinasco sempre e mi sembra un concetto positivo, soprattutto per gli altri, per le tante donne che mi seguono. Perché io penso sia bello avere degli esempi, persone le cui storie sono come mani a cui attaccarsi, piccoli appigli per uscire dalle situazioni. E allora così mi piace essere raccontata come una che sa rinascere dalle sue ceneri, più che altro sentimentali.

L’attrice ha rincarato la dose, spiegando che a detta sua, quella con Allegri non è da interpretare come una relazione fallimentare. Ad oggi, definisce così solo la separazione con il padre dei suoi figli, Francesco Renga:

La verità? Io non ho bisogno per forza di un amore per stare bene, né la fine di un amore per stare male. L’unico vero fallimento che riconosco è la fine del rapporto con Francesco, il padre dei miei figli. Dopo la rottura della mia famiglia sono caduta in depressione, finita nella fogna delle fogne, ed era giusto che ci finissi, perché era il passaggio dell’elaborazione di un lutto enorme. Solo da quella cosa ho dovuto risorgere, per tutto il resto non c’è nessuna resurrezione. Più spesso c’è ribellione. La prima, la più importante è avvenuta quando ho cominciato a sceglierlo io, il mio mestiere. Ho sentito che mi batteva il cuore perché mi è venuta voglia di dire tanti no.

Se da una parte Ambra ha dovuto fare i conti con le sue relazioni sentimentali, dall’altra ci pensa il lavoro di giudice di X-Factor a rimettere a posto i pezzi:

E già. E mi sa che è una cosa che mi sta cambiando. Lo so che è una frase abusata, tipo la macchina nera sotto il sole di prima, ma ho la forte sensazione che sia proprio così. È una delle cose più entusiasmanti e terrorizzanti che abbia mai fatto. Mi sono sentita idiota, intelligentissima, in crisi per dover dire un “no”. Io sono un vetro. Sono il cubo di Rubik delle emozioni; magari non ce la fai a rimettermi a posto, ma vedi tutte le facce. Ma credo che dire un “sì” o un “no” davanti a un ragazzo che ci ha messo tutto per arrivare lì, ci ha fregati un po’ a tutti e quattro.

Abituarsi, poi, all’arena che giudica il tuo giudizio – gli applausi, i fischi – è un altro esercizio ancora. Non si può piacere a tutti, lo dico sempre ai miei figli, devo accettarlo anche io. C’è qualcosa di bello e coraggioso nell’esprimere il proprio giudizio».

E a proposito dei suoi 30 anni di carriera…

Io non li conto, me li contano gli altri. Ogni tanto mi arriva una notifica su Instagram e pare che son morta. Il tempo non mi è sembrato né poco né tanto, ma quel tempo che vorresti non finisse mai. In questo momento sono in regressione totale, felice come una sedicenne di tutto quello che mi è accaduto, e di come me la sono cavata. A 45 anni riesco anche a dirmi che sono stata brava. Ancora ci piango per il mio mestiere, alcuni miei organi sono ancora giovanissimi, a dispetto dell’involucro. Hanno l’età dei giochi da tavolo: “dagli 8 ai 90 anni”.

Ad oggi, la sua unica vera grande fortuna però sono i suoi figli. In particolare la sua Jolanda, che ha definito la “cura del mondo”:

Ho rapporti molto diversi con l’uno e con l’altra. Con Leonardo sono sempre in travaglio, è sempre lì, nella pancia e mette i piedini sotto le costole e spinge. Ha 16 anni e la sua età è complicata non per lui, ma per me. Mi ha insegnato che ci sono momenti, anche molto lunghi, in cui io non posso fare niente per lui. Parlo spesso di lui perché è la persona che mi mette più in crisi al mondo e un mio amico, una notte che appunto gliene parlavo, mi ha detto: ma tu gli hai mai detto che lui ti va bene così?. Jolanda è l’universo, e invoco lei quando sono in crisi. È la cura del mondo. È impegnata su tutto, mi invade la casa di amiche che fanno striscioni per manifestare per i diritti di tutti.

Ambra ha concluso l’intervista raccontando i suoi mostri passati a proposito di adolescenza:

Che me ne faccio dell’immagine? Non me la sono portata nei ricordi. Quella che ho vissuto io l’ho raccontata nel libro che ho scritto sulla bulimia (Infame, edito da Rizzoli, ndr). Conosco bene le ferite di quel percorso, conosco più quelle che tutto il resto. La superficie era perfetta, io ero un soldato.

Ma in ogni soldato c’è un tradimento da qualche parte del suo cervello o del suo corpo. Il mio è stata la bulimia. E mi ha costretta a un viaggio nelle viscere che ora mi fa riconoscere il dolore dei miei figli. Ma casco nell’errore da madre di volerli risolvere, mentre dovrei accettare che quell’acqua deve andare.

 

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