Amici 22: l’opinione di Chia sulla prima puntata del serale

Chia Marzo 19, 2023

Amici 22: l’opinione di Chia sulla prima puntata del serale

In un mondo dove PierSy si sta impegnando a toglierci ogni sicurezza, nell’incomprensibile tentativo di snaturare completamente le peggio trashate che la televisione ci offriva rendendole dei programmi per educande, il serale di Amici 22 E’ CERTEZZA.

E’ certezza innanzitutto perché a Maria De Filippi non serve manco sbattersi a inserire chissà quali novità nel meccanismo o nel cast. Da un’edizione all’altra se cambia una virgola è già assai. E mentre la concorrenza si affanna cercando qualcosa di inedito (come la Maschera per una notte) per catturare l’interesse del pubblico, Amici riesce a fare il ventordicipercento di share e a sbaragliarla ugualmente, pur restando sempre incredibilmente identico a se stesso.

Amici 22: l’opinione di Chia sulla prima puntata del serale

E’ certezza che ogni anno nelle squadre ci siano delle mezze pippe descritte dai coach come “fenomeni incredibili” che poi spariranno nel giro di qualche mese. Ed è altrettanto sicuro che tra i più bistrattati, quelli che difficilmente arriveranno alla finalissima, c’è chi fuori da lì lavorerà un sacco.

E’ certezza perché – con tutti gli anni di esperienza che abbiamo alle spalle – già sappiamo dove andranno a parare i prof per cercare di portare in finale i loro allievi. “Lui è più versatile“, “tu non emozioni!“, “quell’altro mi arriva di più“. Potremmo quasi anticipare i guanti di sfida che si lanceranno l’un l’altro. Con la stessa sicurezza che abbiamo di vedere Fiamme di Parigi su quel palco ogni anno, per dire. Ormai conosciamo i nostri polli. E lo sconforto in cui piomberanno i ragazzi puntata dopo puntata per cercare di assecondare le scaramucce tra coach.

Amici 22: l’opinione di Chia sulla prima puntata del serale

E’ certezza, ahinoi, che il momento comico che piazzeranno a tradimento tra una sfida e l’altra farà ridere solo Queen Mary. Appena in studio spuntano Pio e Amedeo sui social è un tripudio di “ma perché?” e “ne approfitto per andare in bagno!“, ma Maria si sbellica nemmeno stesse di fronte a Totò. E solo per stavolta gliela passiamo, che qualche risata – seppur inspiegabile – non può che farle bene.

Ed è certezza perché passano gli anni, cambiano gli allievi, ma che tra i prof Rudy Zerbi si distinguerà per esternazioni tremende e – spesso – gratuite su ragazzini che gli potrebbero essere figli è sicuro. Che io capisco che resta comunque uno show, e le polemiche servono sempre. Però un conto è lanciare certe bordate contro gente adulta e vaccinata, che ti può rispondere a tono mandandoti serenamente a quel paese, nel caso. Un altro è prendersela con poco più che maggiorenni che se poi osano controbattere “Eh, ma sei proprio strafottente. Ci vuole più rispetto per gli insegnanti!“.

Persino al Gf Vip 7 i veementi pareri di Sonia Bruganelli e Orietta Berti sono riusciti a destabilizzare totalmente dei trentenni scafati, figuriamoci l’effetto che possono fare certe sparate su dei pischelletti alle prime armi. Ma Rudy gnafa, è più forte di lui, ogni edizione deve andarci più pesante di quella passata. E anche quando il concetto di base non sarebbe sbagliato, finisce col passare immancabilmente dalla parte del torto.

Mi riferisco non solo a quando ha dato dell’imbucato a Ndg, ma in particolare al suo parere riguardo Wax. Che mi fa anche simpatia, alla fine, e lo ringrazierò forevah per averci regalato quella chicca indimenticabile del Noce moscata gate. Però tutto ‘sto “incontenibile talento” che gli riconosce Arisa non ce lo vedo, ecco. Quello che vedo è un ragazzetto che, conscio di non avere il timbro di Aaron Cenere né l’intonazione di Cricca, la butta perennemente in caciara. E sono d’accordo con Zerbi quando dice che con po’ di autotune e due mossette a Wax gli si faccia passare tutto. Ma il guanto di sfida che gli ha lanciato è stato discretamente ridicolo per almeno un paio di motivi.

Primo, perché rischiava di trasformarsi in un boomerang allucinante, se la giuria fosse entrata in protezione del povero cucciolotto bersagliato dal prof (sono certa che le buon’anime di Stefano De Martino, Emanuele Filiberto e Stash sarebbero diventati #TeamWax all’istante, per esempio. Grazie al cielo quest’anno lo switch ci ha regalato Michele Bravi, Giuseppe Giofré e Cristiano Malgioglio che un pochetto più di obiettività – oltre che di conoscenza della materia – sembrano averlo, ecco… Per non parlare dell’iconicità insita nella Zia Malgy, che io sono ancora ferma a quando cercava di votare col tablet al contrario, per dire!).

Secondo, perché anche con autotune, “sa, sa, prova microfono” e mossette varie resta comunque difficile per Wax colmare l’ABISSO che lo separa da Aaron. E infatti, dopo il guanto prevedibilmente annullato, è bastato vederli esibirsi su Torna a casa perché lo si notasse ugualmente. Mentre Wax distruggeva i Maneskin, Aaron ha distrutto lui.

Sicuramente a Wax non manca la personalità, sono d’accordo, ma da quel punto di vista – a parità di imprecisioni vocali (per usare un eufemismo) – io preferisco Piccolo G. Che ieri sera su Splash ha fatto un mezzo macello, effettivamente. Ma quando non si fa prendere dal panico random lo trovo non soltanto assolutamente riconoscibile ma soprattutto molto intenso. E poi sembra uscito da un film di Tim Burton, non posso non volergli bene a prescindere.

Un serale, quello che ha preso il via ieri sera, a cui siamo arrivati non senza macelli, ovviamente. Perché mai come quest’anno s’era visto uno stillicidio di ragazzetti fatti entrare nella scuola totalmente A CASO, giusto per usarli come vittime sacrificali nelle ultime puntate del pomeridiano. Da Paky Brunetti a Mezkal, tutta gente che ce l’aveva scritto in fronte che non sarebbe durata se non qualche settimana al massimo. L’unica eccezione è stata Benedetta Vari, che in fronte aveva scritto “ci serve qualcuno che balli in coppia con Mattia Zenzola“, invece. Ed effettivamente vederli ieri scatenati in quel jive è stata tutta un’altra roba.

Che ieri sera venissero eliminati Megan Ria e Ndg ce lo potevamo aspettare. Tecnicamente erano forse i più deboli, e che non sarebbero arrivati lontano era abbastanza prevedibile. Di lui mi è piaciuta la risposta data alla frecciatina inopportuna di Zerbi, che riuscire ad essere ironici senza mandarlo a quel paese è impresa ardua immagino. E di lei ho sempre apprezzato tanto l’atteggiamento mostrato in tutti questi mesi. Umile e gran lavoratrice, ha sempre preso qualsiasi compito – persino quelli più ostici che le venivano assegnati col chiaro intento di metterla in difficoltà – come un’occasione unica per crescere e migliorarsi. Borsa di studio più che meritata, quindi, perché il potenziale per andare oltre il “bel faccino” ce l’ha tutto.

Quest’anno comunque non c’è proprio gara, tocca dirlo. Fin dalle prime settimane ho amato l’incredibile potenza di Aaron, ma anche la precisione di Cricca e la profondità di Piccolo, e ho avuto un debole per quel pasticcino di Gianmarco Petrelli. Ma ho come l’impressione che i due vincitori di questa edizione siano già scritti. Le due vincitrici, anzi. Perché da quando sono entrate in quella scuola Angelina Mango e Isobel Kinnear c’è stato poco da fare.

Impeccabili, tecnicamente incredibili, espressive da morire. Ogni loro performance è una piccola chicca imperdibile. Due assoluti fenomeni che hanno una capacità di reggere il palco e di calamitare l’attenzione dei telespettatori che nemmeno i professionisti, quasi. Batterle non sarà affatto un’impresa semplice.

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