‘Amici Celebrities’: l’opinione di Chia sulla prima puntata

Chia Settembre 22, 2019

‘Amici Celebrities’: l’opinione di Chia sulla prima puntata

Pensavo peggio, vi dirò.

Quando tra i vari rumors sulla nuova stagione tv aveva fatto capolino l’idea di una versione “vip” di Amici di Maria De Filippi, poi diventata ufficialmente Amici Celebrities, la prima cosa che avevo pensato era stata “Ma ne avevamo davvero bisogno?“. E invece ieri sera tutto sommato mi sono divertita. Almeno quanto Ornella Vanoni, dai.

E’ stato piacevole vedere dei personaggi noti chi per le proprie doti recitative, chi per quelle sportive, chi per quelle belliche (sì, Fily, sto parlando di te, che ieri ti ho visto un pelino aggressive… al prossimo giro una camomilla e via, che l’Italia ormai è una Repubblica e tocca rassegnasse, su…) cimentarsi con delle discipline tendenzialmente lontane dal loro mondo. E cavarsela alla grande, anche. In alcuni casi pure meglio dei loro colleghi ventenni che ci tediano per mesi nella versione “nip“, per dire (ed ogni riferimento a gente come Mowgly e Jefeo è ovviamente casuale).

Chi l’avrebbe mai detto che Joe Bastianich la voce non la sapesse usare solo per scassare le balle a dei poveri malcapitati ma anche per intonare canzoni, chi poteva credere che Martin Castrogiovanni dietro quella maschia imponenza nascondesse un buon senso del ritmo. Un esperimento interessante, quindi, questo di Amici Celebrities, specie perché concentrato in una manciata di puntate, senza tirarla inutilmente lunga (che altrimenti né io né Ornellona avremmo tenuto botta, ecco).

Innanzitutto sono stata contenta di rivedere Alberto Urso e Giordana Angi, i miei preferiti di Amici 18 (lui sempre più cazzone, lei sempre più gnocca), nelle inedite visti di coach, affiancati da due ballerini meravigliosi come Sebastian Melo Taveira e Andreas Muller (e chiamala scema, Veronica Peparini!). Manco il tempo di gioire per l’assenza di quel macigno di Rudy Zerbi che in giuria per ammorbarci la vita è spuntata Platinette. Per fortuna ci pensa la Vanoni – che, armata di Tavernello, vale già da sola il prezzo del biglietto – a placare un pochino “lui… lei… lui… lei… loro, loro!“.

Un’altra cosa che ho apprezzato molto è stata vedere i concorrenti mettersi alla prova sia nel ballo che nel canto, e non solo in ciò che viene loro meglio. Che è troppo comoda sennò. Mi piacerebbe che anche nella versione “nip” si rispolverasse un po’ di sana versatilità, non dico nella recitazione che ormai è stata archiviata da mo, ma almeno nelle due discipline rimaste in gioco. Come ai bei tempi che furono, lo spettacolo ne gioverebbe sicuramente. E – mal che vada – ci si farebbe una risata, insomma.

Tra i concorrenti il mio preferito in assoluto è, ça va sans dire, il buon Filippo Bisciglia. Uno showman nato. Non solo da sei anni a questa parte placa con successo l’ira funesta dei cornuti di tutta Italia dal suo tronchetto all’Is Morus Relais, ma ha anche una voce di tutto rispetto. Gran performance, le sue di ieri sera. E poi, diciamocelo, quanto sono caruccetti lui e Pamela Camassa? Ma shiiiiiiiiip!

Ed a proposito di Pamela, la prova migliore della prima puntata a parer mio è stata quella che ha visto la Camassa sfidarsi contro Laura Torrisi sulle note di Nonno Hollywood. Sarà per il testo di Enrico Nigiotti che mi distrugge ogni volta, sarà per il loro innegabile talento, ma ho avuto i brividi. Non solo belle, queste due ragazze, ma tanto tanto brave. Ed altrettanto intensa è stata l’esibizione di Cristina Donadio, la meravigliosa Scianel di Gomorra, che ha interpretato Sweet Dreams dandogli il suo inconfondibile tocco Made in Naples. Fantastica davvero.

Tra le poche certezze, quando si tratta di Amici, è che non ci siano certezze. Specie per quanto riguarda il regolamento, che pare sempre una clamorosa supercazzola volta a confondere il telespettatore che poi accetterà inerme l’eliminazione solo perché nonchacapitofondamentalmenteunamazza. Se da un lato ieri ero contenta che Filippone alla fine l’avesse scampata, m’è spiaciuto che a farne le spese siano stati quel tenerone di Martin e Chiara Giordano, per la quale questo talent show poteva essere una bella occasione per scrollarsi di dosso l’etichetta di ‘ex moglie di‘ e riscattarsi finalmente dai suoi trascorsi non proprio felici.

E proprio perché chi partecipa ad Amici Celebrities una professione già ce l’ha (o quasi, insomma) e non deve sgomitare per ritagliarsi un posto nel mercato discografico o tra le fila dei ballerini della Scala, l’approccio che più mi è piaciuto sul fronte nominations è quello di Pippo nostro, che ci mette il cuore ma – se competizione dev’essere – preferisce continuare a sfidarsi coi più forti anziché nominarli sperando che vengano eliminati. Che un ragionamento del genere lo capisco in un reality show come l’Isola o il Grande Fratello, dove non ci sono talenti in ballo ed una buona strategia può fare la differenza. Ad Amici Celebrities le priorità dovrebbero essere altre, innanzitutto quella di regalare al telespettatore un bello spettacolo. E no, Emanuele Filiberto caro, preservare delle pippe clamorose come Ciro Ferrara che sbaglia due attacchi su due quando deve intonare Banane e lampone e mettere a rischio artisti come Massimiliano Varrese non è strategia, è solo farsela sotto. Fidati di zia.

Il fatto che Amici Celebrities sia registrato è un dettaglio rassicurante quanto meno per la salute fisica e mentale della Vanoni, che l’avrei voluta vedere come ci arrivava all’una di notte appresso a Filiberto sennò. Ed ora sono curiosa di capire come se la caverà Michelle Hunziker a raccogliere l’ingombrante eredità di Queen Mary da sabato prossimo.

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