‘Amici Speciali’: l’opinione di Isa sulla terza puntata

Isa Maggio 30, 2020

‘Amici Speciali’: l’opinione di Isa sulla terza puntata

Posso dire di essere di parte? Posso dire che spero che Michele Bravi vinca questo programma? Ecco, l’ho detto. Questo ragazzo ha qualcosa di speciale, di magnetico, dal modo in cui parla, dall’espressione dei suoi occhi, dal modo stesso in cui si muove io riesco a percepire ogni fibra del dolore che si porta dietro, lo guardo e sento una fitta al cuore.

Come ho già avuto modo di dire non voglio entrare nel merito di ciò che è successo perché di mezzo ci sono un processo e il dolore infinito di una vita spezzata, però, davvero, lo strazio che si porta dietro questo giovanissimo ragazzo, la ferita perennemente aperta e sanguinante che si vede ogni volta che appare in video e ogni volta che inquadrano il suo sguardo, mi fanno provare empatia nei suoi confronti e mi fanno pensare che nessuno, anche laddove eventualmente considerato colpevole, debba essere costretto, se sinceramente pentito e consapevole delle proprie colpe, a vivere eternamente nel buio.

Michele, a prescindere da ciò che verrà giustamente deciso in un’aula di tribunale, la sua pena se la infligge da solo ogni giorno e pian piano ha diritto anche lui di “rompere il silenzio e ricominciare a sentire la musica“.

Ho trovato il momento a lui dedicato ad inizio puntata il momento che è valso praticamente tutta la serata. Ho passato anni a studiare legge e avendo un animo, lo confesso, un po’ giustizialista mi sono sempre trovata a contestare il principio del nostro diritto penale relativo alla funzione rieducativa della pena, superficialmente ho sempre pensato che se hai sbagliato devi pagare in carcere punto e basta e invece a volte, anche sulla base di un programma leggero, si può finire anche a riflettere su cose più grandi e a rivedere alcune delle proprie convinzioni, ed è quello che mi è successo con la vicenda di Michele che potenzialmente è quella di tantissime altre persone che vivono una tragedia nella tragedia e che ad un certo punto hanno diritto ad avere una seconda occasione, hanno diritto a rivedere degli spiragli di luce.

Scusate la digressione, non voglio trasformare l’opinione su un programmino leggero in un pippozzo indigeribile sui massimi sistemi, ma considerate che realmente il momento di Michele è stato uno dei pochi, se non l’unico, ad aver attirato la mia attenzione in quattro ore di diretta, quindi se non avessi iniziato da lì non avrei saputo cosa dire.

Ho apprezzato questo piccolo passo indietro da parte di Queen Mary che, resasi conto della sua NON onnipotenza già certificata dal floppone megagalattico di Uomini e Donne versione digitale e confermato dal tonfo negli ascolti della seconda puntata di questo Amici Speciali, ha dato ascolto alle voci del web e ha introdotto l’elemento della gara per rendere leggermente più avvincenti le puntate, tuttavia direi che nell’insieme ho trovato ancora il programma poco godibile.

Troppo lungo, la gara troppo smorta (manco mezza polemicuccia, manco un po’ di veleno, ma aprite i microfoni ad Alessandra Celentano, santoddio!) e soprattutto ancora quegli agghiaccianti siparietti con gli ospiti in studio che, vi giuro, quando a mezzanotte mi sono dovuta puppare MEZZ’ORA di concerto di Gerry Scotti versione Celentano e Giorgio Panariello versione Pupo ho meditato SERIAMENTE di attorcigliarmi al collo il filo del caricabatterie e farla finita.

Ma se vuoi intrattenermi a mezzanotte fai venire la Littizzetto, Geppi Cucciari, qualcuno che faccia ridere davvero, perché se pensi che Gerry Scotti che canta Azzurro sia divertente c’è un problema di fondo.

Che poi, effettivamente, a pensarci bene, la DeFy è quella che trova spassoso che un ragazzino ventiseienne finga di corteggiare sua nonna quindi affidarsi alla sua capacità di giudizio è oggettivamente un salto nel buio.

Anyway io felicissima per il passaggio in finale di Michele, di Alessio Gaudino (amore della sssssia, stai avendo tutte le rivincite che ti meritavi e se non vincerà Michele voglio che vinca tu!) e di Stash Fiordispino che resta uno dei pochi artisti nostrani che quando canta i brani del Re Michael Jackson non mi fa venire voglia di lanciare un vaso alla tv. Al posto di Irama, invece, avrei inserito Javier Rojas o Gaia Gozzi che trovo leggermente superiori a lui, ma alla fine io nella sua edizione tifavo per il buon Filippuzzo quindi non mi dispiace sia stato il quarto finalista. Tra l’altro uno che riesce a uscire di casa con quel cespo di lattuga in testa merita un premio al coraggio già a prescindere.

Ad ogni modo tranquille amiche ormonelle, nella finale ci saranno comunque tutti e si esibiranno tutti, quindi i nostri validi motivi per buttare un occhio su Canale 5 continueremo ad averli!

Nota finale: sono stata l’unica a polemizzare da sola davanti alla tv quando Eleonora Abbagnato ha ricoperto di elogi Javier?

Ma come, durante Amici 19 ha fatto quel video in cui, in controtendenza rispetto alla Celentano, a Peparini e al 99,9% dei coreografi del mondo, a Javier trovava tutti i difetti del mondo e riteneva Nicolai Gorodiskii superiore, e adesso invece è tutta una lode per il cubano? Allora forse forse avevamo ragione noi quando dicevamo che a suo tempo Eleonora era stata chiamata in aiuto proprio per difendere la linea della De Filippi contro quella della Cele?

E anche da tutta questa vicenda possiamo solo arrivare a confermare che Alessandra Celentano aveva ragione, ha sempre avuto ragione e avrà sempre ragione. Punto.

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