‘La Casa di Carta’, tutto quello che non sapevate sulla serie tv di Netflix!

Melissa Aprile 13, 2020

‘La Casa di Carta’, tutto quello che non sapevate sulla serie tv di Netflix!

La Casa di Carta è ormai un successo internazionale ed è entrata a gamba tesa nell’olimpo delle serie televisive più seguite degli ultimi anni. La quarta parte dell’amatissimo show targato Netflix è stata pubblicata sulla piattaforma lo scorso 3 aprile catalizzando sul colosso streaming l’attenzione del pubblico che, dopo aver divorato la terza stagione condivisa nel luglio scorso, era in trepidante attesa di scoprire il destino di Nairobi e del resto della banda.

Insieme alla quarta parte Netflix ha rilasciato a sorpresa anche La Casa di Carta – Il Fenomeno, il documentario ufficiale dello show che svela numerosissime chicche e aneddoti sul cast e sulla produzione dell’amatissima serie tv.

Ecco allora qualche curiosità su La Casa di Carta, lo show televisivo che sta facendo impazzire il mondo:

  • L’iconica maschera di Dalì non è stata la prima scelta: inizialmente Alex Pina, creatore della serie tv, aveva immaginato il volto di Don Chisciotte o quello di Pablo Picasso come simbolo del gruppo.
  • La storia della banda di rapinatori dal cuore d’oro è raccontata sin dal primo istante del primo episodio dalla voce di Ursula Corbero (l’interprete di Tokyo) ma in realtà, nella prima versione della puntata pilota, il ruolo della voce narrante era svolto da Alvaro Morte (Il Professore).
  • I volti del cast protagonista de La Casa di Carta sono ormai diventati riconosciutissimi e tra i personaggi più amati c’è sicuramente quello di Nairobi, interpretato dalla carismatica Alba Flores. Non tutti sanno, però, che l’impavida rapinatrice non esiste nella prima versione del soggetto della serie televisiva.
  • Un altro dettaglio aggiunto in un secondo momento è anche il gesto cult compiuto dal Professore durante i momenti cruciali dei suoi piani geniali: il tic con il quale regola i suoi occhiali, infatti, è nato dalla gestualità dell’attore Alvaro Morte che – poco abituato ad indossarli – era solito aggiustarli con la mano; solo successivamente, allora, venne inserito in sceneggiatura attribuendolo al personaggio del Professore come aspetto distintivo.
  • Gli iconici nomi della banda sarebbero potuti non esistere: inizialmente, infatti, ogni personaggio avrebbe dovuto portare – invece che il nome di una capitale – un nomignolo, Invece di Tokyo, allora, avremmo potuto avere Silene, El Niño invece di Rio, El Dandi al posto di Berlino ed El Liti invece di Denver.
  • Inizialmente il titolo della serie tv sarebbe dovuto essere “Los Desahuciados” cioè “I Disperati”.
  • Collegato a Denver, il personaggio interpretato da Jaime Lorente, c’è un particolare che non è sfuggito ai fan più attenti. Se durante l’ottava puntata della seconda stagione Denver ha confessato a Monica il suo vero nome, e cioè Ricardo, questo dettaglio cambia radicalmente nella quinta puntata della quarta parte dove il rapinatore, durante un flashback, viene chiamato Daniel. Questo errore, però, è presente solo nel doppiaggio italiano dato che nella versione originale il nome svelato da Denver, a quella che poi sarebbe diventata la sua compagna, non si sente in maniera nitida.
  • La cover di Bella Ciao presente durante i titoli di coda della quarta stagione è interpretata da Najwa Nimri, volto della cattivissima Alicia Serra.
  • Luka Peros che ne La Casa di Carta è Marsiglia, braccio destro del Professore, ha doppiato il suo personaggio in ben sette lingue: spagnolo, italiano, inglese, francese, turco, tedesco e portoghese.
  • I luoghi trasformati rispettivamente nella Zecca spagnola e nella Banca nazionale ispanica sono in realtà l’edificio del consiglio nazionale della ricerca spagnolo e un complesso governativo denominato “Nuovi ministeri”. Il set della Zecca di stato de La Casa di Carta è diventato poi il carcere femminile di Vis a Vis, altra serie tv di grazie successo firmata da Alex Pina.
  • Le banconote, presenti in quantità consistenti sul set (ne sono stati contati almeno 26000), sono state realizzate con le macchine da stampa del quotidiano spagnolo ABC.
  • Il creatore de La Casa di Carta Alex Pina ha dichiarato di essersi liberamente ispirato alla pellicola di Quentin Tarantino Le Iene per i nomi in codice dei protagonisti mentre per il look di Tokyo si è esplicitamente rifatto a quello di Léon, il personaggio interpretato da Natalie Portman nell’omonimo film del 1994.
  • Il regista de La Casa di Carta Alejandro Bazzano e il primo aiuto regista Daniel Higueras sono apparsi nello show con due piccoli cameo.
  • A differenza di quanto deciso per altre serie tv targate Netflix (come nel caso di Orange is the New Black e il personaggio di Sophia Burset interpretato da Larvene Cox), a dare il volto a Julia – ragazza trans – è l’attrice cisgender Belén Cuesta: una scelta, quest’ultima, che non è stata particolarmente apprezzata dal pubblico e dalla comunità LGBTQ+.

E voi eravate a conoscenza di tutte queste curiosità? Avete visto la quarta parte de La Casa di Carta?

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