‘Pechino Express’: l’opinione di Isa sulla finale e su tutti i protagonisti della settima edizione

Isa Novembre 23, 2018

‘Pechino Express’: l’opinione di Isa sulla finale e su tutti i protagonisti della settima edizione

E andiaaaaaaaaaamo! Andiaaaaaaaamo!!! Cioè, vi prego, alzi la mano chi in questa edizione ha osato non tifare per le Signore della tv! Alzi la mano chi è riuscito a restare immune al fascino incredibile di queste due signore di oltre 60 anni che hanno affrontato un’avventura intensa e anche fisicamente provante come Pechino Express con l’entusiasmo e l’intensità che ci hanno messo queste due donne! Alzi la mano chi, nelle loro litigate nel corso di tutte le puntate non si è spaccato dalle risate e allo stesso modo non si è commosso quando ieri, al momento della proclamazione, si sono abbracciate come due ragazzine tremanti e travolte dalle emozioni.

Ecco, se avete alzato la mano non possiamo andare d’accordo e non vi voglio nella mia opinione puntata, gne gne.

Maria Teresa Ruta e Patrizia Rossetti sono state MERAVIGLIOSE, semplicemente MERAVIGLIOSE. Per quanto mi riguarda loro da sole, insieme giusto a un altro paio di coppie, hanno dato un senso a questa edizione. Le loro gag, la Ruta che terrorizzava gli automobilisti africani con pianti e suppliche che manco la Galgani quando implorava Manetti di darle un baaaaasceeee, gli smadonnamenti della Rossetti che manco Gigi Buffon durante le finali di Champions della Juve (si, sono una gobba autoironica -.- ), l’energia e la vitalità che hanno trasmesso durante ogni singola tappa… tipo che io, a 32 anni, mi sentivo affaticata solo a guardarle correre e affannarsi mentre loro, con il doppio dei miei anni, sono riuscite a vincere senza aiuti, senza televoti, senza vantaggi in una gara in cui la resistenza fisica conta molto e in cui la concorrenza finale era costituita da ragazzotti e ragazzotte giovani e vigorosi che MaryTerry e Patty sono riuscite a silurare grazie ad una voglia, ad un atteggiamento appassionato e a una pervicacia incredibili.

Sono sincera, pur tifando per loro sin dalla prima puntata, non avrei mai scommesso sulla loro vittoria, ero convinta che alla fine sarebbero rimaste inevitabilmente indietro e invece queste due meravigliose signore ci hanno dimostrato che se la testa è forte e l’ostinazione è tanta non c’è dato anagrafico che tenga. Vittoria meritatissima che per quanto mi riguarda impreziosisce una edizione che, se fosse terminata senza il loro trionfo finale, per me sarebbe rimasta monca.

Complimenti, milfone del mio cuore, senza di voi quest’anno nulla avrebbe avuto senso!

Un applauso sentito anche ai secondi classificati, Fabrizio Colica e Tommy Kuti alias Gli Scoppiati. Ecco, diciamo che la finale tra loro e le Signore me la sono goduta perché, nonostante la mia netta preferenza per MaryTerry e Patty, laddove avessero vinto Fabrizio e Tommy avrei pianto con un occhio solo.

Tommy è un patatone cucciolone, vieni qua e fatti strapazzare di coccole, e Fabrizio ha quel sarcasmo sottile sempre accompagnato da una impeccabile educazione che personalmente me lo hanno reso simpatico sin dall’inizio, quando è partito con il fratello. Insomma, ragazzi, siete arrivati secondi ma considerando che prime sono arrivate due regine potete ampiamente ritenervi soddisfatti.

Ma in tutto ciò che Pechino Express è e resta il miglior reality show della tv italiana l’ho già detto, vero? Cioè, so di averlo detto, so che lo diciamo praticamente ogni anno però, oh, c’è poco da fare, ogni anno, al termine di ogni edizione e soprattutto facendo un confronto tra ciò che ci offre questa trasmissione rispetto a ciò che propongono i reality “concorrenti” la sensazione che ci sia un abisso qualitativo è sempre più forte. Certo, non è un programma “popolare” nel senso più stretto del termine, il fatto stesso che vada in onda su una rete secondaria, che mischi l’aspetto “reality game” a quello di un vero e proprio documentario, che il lato trash, seppur presente e spesso e volentieri esilarante, non sia comunque dominante, non permette a Pechino di “acchiappare” il grandissmo pubblico, quello che vuole sentire gli audio degli amplessi negli armadi piuttosto che le azzuffate tra il Dottor Lemme e le vip sovrappeso di turno.

Diciamo che noi affezionati siamo pochi. Pochi ma buoni e si, ce lo diciamo da soli perché è così e basta. Stateci.

Questa edizione, più di tante altre, mi ha colpita e affascinata per l’ambientazione. Nella povertà lacerante della Tanzania, nei sorrisi di quei bambini, nell’ospitalità di quelle famiglie pronte ad aprire le porte delle loro case (spesso così maledettamente povere e malandate che probabilmente in Italia verrebbero snobbate persino dai clochard) nella loro cortesia nell’offrire tè caldo a qualunque ora del giorno e della notte (e con qualunque temperatura esterna!) ho rivisto quella magia delle primissime edizioni di Pechino ambientate in Asia.

E si, lo so, diciamo ogni anno la stessa cosa però davvero guardare questo programma ti porta a riflettere, a svegliarti, a renderti conto che c’è tutto un mondo fuori dal nostro contesto ovattato in cui spesso il problema più grande è…un non problema. A volte davvero, guardando queste persone e il loro modo di approcciarsi alla vita, viene quasi da pensare che non è necessariamente vero che noi siamo nati nella parte “fortunata” del pianeta. O perlomeno se è vero per moltissimi aspetti fondamentali (sanità, salute, igiene, situazione media di benessere economico, libertà di diverso genere) non lo è per molti altri, legati proprio al modo di vivere la quotidianità apprezzando davvero i più piccoli dettagli, che a noi ormai tendono tristemente a sfuggire.

Oltre a paesaggi incredibili e popolazioni sorprendenti questa settima edizione ci ha regalato anche il primo figlio ufficiale di Pechino Express: oh, ma voi ci pensate che Paola Caruso si è praticamente fatta il primo trimestre di gravidanza inseguendo automobili per le strade marocchine, facendo prove di resistenza di vario genere e facendosi sballottolare a destra e a manca su degli improbabili catorci a quattro ruote?

Questa cosa mi fa scompisciare se penso al mio ginecologo che nel primo trimeste ‘evitiamo sforzi, se fa la spesa magari le buste le fa portare a suo marito, passeggiamo ma senza affaticarci troppo‘… e poi in tv c’era Paolona indemoniata in canoa o appollaiata su una pedana in mezzo a un laghetto intenta a buttar giù la sua avversaria di prova con un bastone di legno! In compenso, però, che gli ormoni della gravidanza fossero in circolo avremmo potuto capirlo da altri piccoli dettagli, tipo, chessò, una certa instabilità emotiva latente…

Anyway io I Ridanciani li ho amati e penso davvero che se non fossero stati costretti a ritirarsi avrebbero seriamente potuto puntare alla vittoria, e se la sarebbero pure meritata per l’entusiasmo, la passione e lo spirito di adattamento dimostrati. Paola e “zio” Tommaso Zorzi, però, hanno vinto lo stesso e un domani al piccolo Michele potranno raccontare di questa avventura incredibile che, senza saperlo, hanno vissuto tutti e tre insieme… che tenerezza!

Per le altre coppie in gara mi limiterò a dei commenti in gif, così non ve la faccio lunga, non vi ammorbo ma cerco comunque di rendere l’idea.

Linda Morselli e Rachele Fogar alias Le mannequin… nel corso della gara le ho mal sopportate (dai, onestamente, quanto le ha avvantaggiate la loro figaggine nel corso del gioco? Insomma la regola che ‘tira più un pelo di gnocca che un carro di buoi‘ è universale e anche gli africani si ingrifavano aBBestia all’idea di poter dare un passaggio a due stangone di quel livello! Loro, consapevoli delle loro armi, ci giocavano e manco poco, ricordo ancora i due poveri ragazzi marocchini che si sono giocati un anno di stipendio scarrozzandosele everywhere, pagandogli i pasti e offrendogli alloggio nella chiara speranza che almeno una delle due gliela smollasse 😀 ), dicevo nel corso della gara le ho mal sopportate ma visto che sono arrivate soltanto terze le perdono e che vadano in pace… Linda a godersi i miliardoni di Fernando Alonso e Rachele a prepararsi alla prossima edizione del Gf Vip in cui cornificherà il fidanzatino biondino infrattandosi sotto le lenzuola di Cinecittà con il Francesco Monte di turno.

Marcello Cirillo e Adriana Volpe alias I Mattutini:

Ecco, dai, diciamo solo che dopo aver sentito parlare la Volpe è partita un po’ a tutti la modalità ‘Je suis Giancarlo Magalli‘. Usciti dalla porta sono rientrati dalla finestra e io personalmente quella finestra l’avrei tenuta ben sigillata.

Roberta Giarrusso e Riccardo Di Pasquale alias I Promessi Sposi. In una gara di simpatia tra loro e I Mattutini penso che piuttosto avrei assegnato la vittoria alla signora Angela della gif qui sopra. Permalosetti, vendicativi e rancorosi, speriamo che i fiori d’arancio li addolciscano, nel frattempo…

Roberto Meloni e Simone Morandi alias I Poeti: hanno partecipato al programma per una manciata di settimane in cui hanno vinto la prova e se la sono spassata tra hotel, agi e safari organizzati. Eroi.

Sara Ventura e Sarah Balivo alias Le Sare.

Francisco Porcella e Andrea Montovoli alias I Serfisti. Beh, di loro ho apprezzato la voglia di vivere l’esp…, cioè i contenut…, cioè mi è piaciuto che anche se sono arrivati spesso ultimi poi con grande forza di vol…, vabbé sentite, I Serfisti erano un si a prescindere, mi bastava li inquadrassero per sentirmi perfettamente nel mood del cognome di Francisco.

Appuntamento all’anno prossimo, Pechino, appuntamento all’anno prossimo, Costa. Ci mancate già.

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