‘Uomini e Donne’, a dieci anni dalla morte dell’ex tronista Antonello Zara, il padre Valter chiede giustizia

Veronica Agosto 5, 2018

‘Uomini e Donne’, a dieci anni dalla morte dell’ex tronista Antonello Zara, il padre Valter chiede giustizia

Sono ormai passati dieci anni dalla morte dell’ex tronista Antonello Zara. Era il 7 agosto 2008, Antonello – all’epoca 31enne – stava trascorrendo le sue vacanze in Sardegna e dopo una serata passata con gli amici in discoteca, stava rientrando a bordo del suo scooter quando un violento impatto con una vettura che viaggiava ad alta velocità contromano, gli è stato fatale.

A dieci anni dalla prematura scomparsa, Valter Zara, il padre dell’ex protagonista di Uomini e Donne in un’intervista al tg Studio Aperto ha espresso tutta la sua amarezza:

Sono dieci anni che mi faccio delle domande e nessuno mi ha mai risposto. Non ho mai visto in faccia chi ha ammazzato mio figlio.

Zara ha spiegato la dinamica dell’incidente ed è convinto che se il giovane 22enne alla guida – condannato ad una multa 231 euro e a un anno di reclusione con pena sospesa – avesse chiamato i soccorsi, magari Antonello sarebbe ancora in vita:

Lui era sul rettilineo. Questa macchina, per me, è andata a sbattere contro un muretto e dopo ha preso in pieno Antonello. Mezz’ora dopo Antonello non c’era più. Non ha mai chiamato i soccorsi, poi la Polizia di Stato lo ha lasciato andare via perché era stanco dopo aver ammazzato mio figlio. […] Mai una parola, mai un biglietto, è stato molto crudele sia nell’investire mio figlio, sia nel modo di comportarsi. Bastava chiamare il 118 e forse mi sarei portato via Antonello in carrozzella. […] Quando tu tamponi e ammazzi contromano non è un incidente è un assassinio, è un delitto.

Per la famiglia del veronese, il dolore per la perdita del figlio è una ferita che non si rimarginerà mai. Come si evince dalle parole piene di malinconia di papà Valter:

Il tempo dicono che riesca ad alleviare il dolore, per me invece è come se fosse successo adesso, ieri. E succederà ancora domani. È una ferita tutti i giorni. Ho cercato di percorrere tutti quei locali che lui frequentava per lavoro o quella spiaggia dove lui andava a fare il bagno. Sono andato a fare il bagno anch’io. Tramite tutte queste visite e salutando le persone che lui conosceva, ho voluto riassaporare lui al mio fianco, sentirmelo addosso e l’ho sentito. Io lo sento spesso.

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