Televisione
Verissimo, Guenda Goria racconta la paura per il piccolo Noah: “Non ci hanno dato scelta, hanno detto che andava operato urgentemente”
“Gli hanno diagnosticato una craniostenosi, ho trovato la forza per lui perché aveva bisogno di me” ha detto l’ex concorrente del Gf Vip
Rossella 09/03/2025

Poco fa è stata ospite a Verissimo condotto da Silvia Toffanin, Guenda Goria, che per la prima volta ha rivelato al pubblico la patologia che ha colpito il suo piccolo bimbo, Noah, avuto dal marito Mirko Gancitano.
Ancora visibilmente provata, Guenda ha raccontato questa dolorosa vicenda dall’inizio:
Noah nasce 4 kg con parto cesareo, fanno tutte le visite al San Raffaele a Milano, il reparto di neonatologia è un reparto molto attento. L’unica piccola cosa che mi dicono è da attenzionare è la testolina, perché lui nasce con la testa un filino schiacciata, come se due suture craniche fossero un pochino sovrapposte. Facciamo una visita in neurochirurgia, ci dicono tornate a 3 mesi, al 99,9% sono delle questioni legate alla posizione dei bimbi in utero, quasi sicuramente andrà a posto.
Però al controllo l’amara sorpresa:
Passiamo l’estate tranquilli, facciamo la visita in neurochirurgia e ci dicono che non solo il problema di Noah si era aggravato, ma la sua testolina si era completamente chiusa. E quindi non c’era spazio per il cervello di Noah per potersi sviluppare. La diagnosi è stata di craniostenosi, tra l’altro abbastanza complessa. Noah aveva quattro suture chiuse, non aveva spazio nella testolina per far espandere il cervello, e alla vista di svilupparsi, e ci hanno detto che andava operato urgentemente. Noah doveva essere 6 kg e la straordinaria neurochirurga non ci ha dato molta scelta, non era una questione estetica ma proprio di sviluppo cognitivo del bambino. Allora abbiamo accettato di metterci in lista d’attesa e di affrontare il periodo più tosto della mia vita, della vita di tutti. È arrivato il giorno dell’operazione.
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Con molta emozione la Goria ha ricordato quel terribile giorno.
Mi ricordo che ho portato Noah in sala operatoria alle 11 del mattino, era una stanza calda, quello sguardo sereno non lo dimenticherò mai. Usciti dalla sala operatoria ero fiduciosa per quei medici straordinari. Dopo 3 ore è uscito un medico e ci ha detto che l’operazione stava iniziando. Ho vissuto dei momenti difficili. Ho capito quanto sia delicata un’operazione per un bimbo così piccolo. Sono andata a pregare la Madonna, in giro con la mamma per negozi per distrarmi. Dopo 4 ore è arrivata la dottoressa e ci ha detto che era andato bene. L’intervento era molto più complesso di quello che avevo capito, per le suture hanno dovuto estrarre il cranio di Noah e lavorarlo su un tavolo. Un intervento di chirurgia maggiore. Mio marito mi ha detto di firmare e non leggere per L’intervento perché era necessario. Quando l’ho rivisto era pieno di tubicini, bianco bianco, piangeva era un oia to meraviglioso, ho cercato di allattarlo, quel poco che riuscivo. Sono rimasta una settimana attaccata a lui in rianimazione, ho dovuto trovare la forza per lui. Dopo 5 giorni ha riaperto gli occhietti, ci ha visto e ha sorriso. Lui ha una voglia di vivere, una gioia, una forza da guerriero. Racconto la mia storia che non siamo riusciti a raccontare prima, la racconto qui perché anche tu sei mamma e puoi capire. Abbiamo voluto proteggere Noah finché non fossimo sicuri che avrebbe avuto una vita normale.
Infine Guenda ha spiegato le condizioni attuali del suo bimbo:
Oggi sta bene, fino all’età di 3 anni dovrà essere attenzionato, tra l’altro è una fase nella quale inizia a mettersi in posizione di gattonamento, nella quale rischierà di cadere. Lui porta un caschetto da supereroe. È un pochino più fragile degli altri per la testolina, però se uno lo vede, a parte le incisioni, io gli metto sempre un cappellino ma non perché ci sia qualcosa di male a mostrare le cicatrici ma per proteggerlo. Sono sicura che queste cicatrici le porterà con orgoglio, perché ha già un grande credito con la vita.
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