Vito Mancini a IsaeChia.it: “Dopo il Gf non sento la necessità di una sovraesposizione mediatica inutile. La recitazione non è un capriccio post reality, è la forma di espressione più vicina alla mia anima”

Isa Febbraio 24, 2014

Vito Mancini a IsaeChia.it: “Dopo il Gf non sento la necessità di una sovraesposizione mediatica inutile. La recitazione non è un capriccio post reality, è la forma di espressione più vicina alla mia anima”

Bello, talentuoso ed intelligente, queste i segni particolari di Vito Mancini divenuto noto al grande pubblico per la sua partecipazione alla dodicesima edizione di Grande Fratello. All’interno del reality di Canale 5 è stato uno dei protagonisti più amati e discussi, e la sua relazione con Sabrina Mbarek -poi vincitrice di quella edizione del programma- ha fatto sognare milioni di telespettatori. Nonostante ciò l’ex concorrente salentino e la sua compagna sono sempre stati riservatissimi e molto atipici nella gestione del loro post Grande fratello, mantenendo un profilo basso e condividendo con i fan solo sporadici momenti della loro vita privata di coppia.

Ultimamente ci sono tante novità in ambito lavorativo per Vito e di questo e molto altro abbiamo parlato direttamente con lui. Ecco cosa ci ha raccontato nella sua prima intervista esclusiva per IsaeChia.it:

Ciao Vito! Questa è la tua prima intervista per IsaeChia.it e visto che tutti noi ti abbiamo conosciuto grazie alla tua partecipazione alla dodicesima edizione del Grande Fratello non possiamo che partire da lì. Come mai la scelta di partecipare al programma? Esperienza di vita o magari speravi di poter avere una occasione per farti conoscere nell’ambiente? Ciao a tutti e grazie per l’invito qui, sul vostro blog. A proposito del Grande Fratello non c’è mai stata un’idea, un progetto e/o eventuali vantaggi “mediatici” (se così si può dire) su quella che poteva essere la partecipazione al programma. È successo tutto in un periodo della mia vita in cui ero aperto a qualsiasi esperienza che poteva cambiare completamente le carte sul tavolo dei miei giorni, semplicemente questo.

Una volta terminato il reality tu e Sabrina siete volutamente scomparsi un po’ dalle scene nonostante i vostri fan siano numerosissimi e sempre presenti nelle vostre pagine. Come mai questa scelta di tenere un profilo così basso dal punto di vista dell’attenzione mediatica? Sicuramente da due ragazzi che hanno partecipato ad un programma come Grande Fratello non ce lo si aspetterebbe... Credo che alla base di tutto questo stupore destato da un comportamento low profile bisogna capire in quale manuale del “gieffino modello” sia indicata la necessità di una sovraesposizione mediatica inutile e direi anche abbastanza triste per apparire sempre e comunque in qualsiasi occasione. Finito il reality non è stata fatta una scelta, si è solo continuato a vivere normalmente come una coppia ma soprattutto come individui che vivono una vita comune, ed io non credo che i nostri lettori ogni mattina scalpitino al pensiero di fare una foto del risveglio insieme al compagno/a per postarla su Facebook, anche perché, normalmente, al risveglio, difficilmente si è fotogenici (sorride, ndr).

Dopo due anni dalla tua partecipazione al Grande Fratello sei rimasto in contatto con qualcuno dei tuoi ex coinquilini? No, nessuno..

Prima di partecipare al Grande Fratello lavoravi come assistente di una band, i Negramaro. Che ricordi hai di quegli anni? Ricordi sicuramente molto importanti, come in tutte le esperienze formative per la vita di ognuno. I ricordi non possono essere mai solo belli, non sarebbe possibile, ho vissuto in quegli anni momenti stupendi ma anche momenti difficili.. E’ anche l’insieme di questi eventi che mi ha reso oggi quello che sono, che mi ha aiutato a crescere, a trovare ancora di più la mia strada, riconoscere l’aria da ricercare per poter respirare a pieni polmoni la propria vita, e in più ho avuto la grande fortuna di vivere questa esperienza in un contesto artistico, che ha reso tutto un’esperienza magica..

Nella casa del Grande Fratello parlavi spesso di musica mostrando una grande passione ed anche una notevole competenza in materia. Com’è nata questa passione? Hai mai pensato di lavorare stabilmente nel settore? Ed eventualmente in quale ruolo? La recitazione così come la musica hanno da sempre scandito il passare dei miei giorni, ho “usato” queste arti per poter trovare il modo più intimo per esprimere me stesso e condividere le emozioni, le sensazioni che una canzone, un film piuttosto che un’opera teatrale mi trasmettono. Credo sia poi un tipo di linguaggio universale, che accomuna tutti e partendo da un opera d’arte si può arrivare a confrontarsi sulle idee, le opinioni in modo più semplice e parer mio anche molto più interessante visto che l’idea è di mettere a nudo le emozioni… questa, dalla famosa notte dei tempi, è la magia dell’arte in tutta la sua universalità. Ovviamente se queste passioni (ma qualsiasi passione in generale) possono diventare il tuo lavoro a tempo pieno non c’è che da ritenersi fortunati!

Anche se sono già passati due anni da quando il pubblico ti ha conosciuto e nonostante la tua riservatezza, continui ad essere molto amato. Cosa ti piace del rapporto che hai con le persone che ti seguono e cosa invece cambieresti? Sono certo che dal principio quello che ha accomunato me e tutte le fantastiche persone che mi seguono e supportano è stato il cuore, e questa non vuole essere semplice retorica, sono sicuro che sin dall’inizio sia io che loro abbiamo espresso posizioni, idee e anche critiche con l’onestà del sentire, senza troppi giri di parole, si punta al cuore, alla sincerità e questo credo sia un po’ l’incantesimo che ci rende felici e uniti anche dopo un po’ di tempo passato insieme.

Girovagando per le pagine a te dedicate si nota che nonostante siano passati due anni dalla fine del Grande Fratello le critiche di alcuni detrattori continuano imperterrite. Con che criteri ti rapporti con chi continua ostinatamente a criticarti? C’è qualcosa di utile da salvare in queste critiche o più che altro è roba a cui non badare? Le critiche le ricevono tutti, personaggi noti e non, padri di famiglia e grandi imprenditori, è normale che sia così e nel limite del rispetto e della libertà altrui è anche bello perché si può riflettere, crescere, costruire… Certo è che se vengo criticato perché ho deciso di non fare trenini in TV la domenica pomeriggio il discorso è sterile già in partenza, meglio lasciar perdere! Rispondendo a certe critiche si diventa conniventi e si rischia di alimentare ancor di più situazioni che non meritano importanza.

Sei da poco entrato nel cast di ‘Dignità Autonome di Prostituzione’, spettacolo di successo a teatro da diversi anni, e per ora le repliche si sono svolte a Napoli. Come sei entrato a far parte di questo gruppo? L’arrivo in una compagnia già rodata, come ha influito sulla tua formazione? E a livello umano, come ti sei trovato con i tuoi colleghi? Piccola ma sentita premessa: ‘Dignità’ è nato nel periodo in cui ho iniziato a frequentare Roma per seguire gli studi di recitazione, si parlava tantissimo di questo nuovo spettacolo, completamente diverso, un evento inaspettato nella realtà teatrale e, ovviamente, la mia curiosità mi ha portato a conoscere, apprezzare ma soprattutto desiderare di far parte di un progetto spettacolare che negli anni confermava sempre di più il suo successo: questo non può che confermare ancor di più quanto mi senta onorato e felice di far parte di questa bella famiglia. Sono arrivato a ‘Dignità’ seguendo il normale iter di un attore: colloquio con il regista, provino e tanto, tanto lavoro. Ho avuto il privilegio di incontrare e poter lavorare con un grande artista ma soprattutto un grande uomo, Luciano Melchionna, regista e ideatore insieme a Betta Cianchini del format. Mi sono sentito accolto sin dal primo momento e continuo ad essere convinto di aver avuto la fortuna di far parte di questa grande famiglia che mi ha permesso di crescere, artisticamente e umanamente, tanto da sentirsi davvero parte della meravigliosa “Isola che non c’è”.

Ti va di raccontarci che emozioni hai vissuto poco prima di entrare in scena, quando hai capito che il sogno che tanto avevi rincorso, stava finalmente per realizzarsi? Inoltre, come ti prepari prima di entrare in scena, hai qualche rito scaramantico? Se avessi la capacità di descrivere in parole la grandezza e l’intimità di quei momenti sarei molto fiero di me. Nel senso che a volte è molto difficile riuscire a spiegare ciò che si prova ed essere sicuri di aver reso completamente l’idea. Quello che posso dire è che pochi minuti prima del debutto ho avuto la possibilità di abbracciare e sentire le persone più importanti della mia vita che da sempre sono al mio fianco nella costruzione del mio sogno, mi sono sentito accompagnato, protetto e questo mi ha portato a godere solo delle “ansie” positive di quel momento, l’emozione, l’entusiasmo e tutta la serie di emozioni che mi attraversavano in momento avevano una declinazione più che magica…reale! Non ho riti ben precisi nella preparazione, mi affido alla musica che mi fa compagnia mentre mi preparo, ma terminato trucco e parrucco spengo tutto, anche i pensieri, inizia la concentrazione e l’obiettivo diventa esclusivamente lo spettacolo, si accordano cuore e anima come si fa con uno strumento, pronti a regalare, concedere, trasmettere, pronti ad essere un mezzo per cui le emozioni arrivino a toccare il cuore del pubblico, ed è quello il momento in cui la magia più sublime diventa realtà..

Parlaci del tuo personaggio: è più difficile vestire i panni di un personaggio simile o completamente diverso da te? In che modo riesci a mettere un po’ di te stesso nel personaggio che interpreti?  L’Io Io Io è sicuramente un personaggio agli antipodi rispetto alla mia personalità ma è proprio questo che mi ha permesso di trovare gli strumenti adatti per portarlo in scena. Diventare la critica vivente di un sistema di vita e purtroppo sociale che da sempre cerco di evitare e soprattutto farmi fagocitare mi ha permesso di trovare le chiavi giuste per farlo mio. Ogni personaggio è un insieme complesso di sfaccettature, come d’altronde ogni essere umano, quindi non credo si possa affermare quale sia più o meno difficile interpretare, di sicuro è l’esperienza di vita personale la tavolozza da cui si prendono i colori per rendere vivo un carattere.

Ti abbiamo visto Dj, ora ti conosciamo come attore: quante altre cose di Vito Mancini dobbiamo ancora scoprire?? Il cinema, la tv, sono tra le tue prospettive? Chiariamo subito un punto, non sono un Dj. L’estate scorsa, dopo varie richieste da parte di amici, mi sono divertito a selezionare un po’ di musica e a ballare e divertirmi durante queste occasioni, lungi da me pensare che io sia un disc jockey dell’ultima ora come troppi se ne vedono in giro. Mi piace la musica, mi diverte selezionarla e mi piacciono le feste in cui c’è della buona musica, tutto qui.. sicuramente mi auguro che succeda di nuovo ma per favore, non chiamatemi Dj (sorride, ndr). La recitazione è un’esigenza che costruisco e da cui mi nutro da una vita, ovviamente viene fuori solo ora per una più alta esposizione mediatica ma non è una novità o un capriccio post reality, è da sempre la forma di espressione che ritengo più vicina alla mia anima e detto tra noi la più intima forma di religione che conosco.

Ti piacerebbe imitare il percorso di Luca Argentero che da ex gieffino è diventato in breve tempo una realtà del cinema italiano recitando per registi del calibro di Ferzan Ozpetek o ritieni che il mestiere di attore richieda uno studio più accurato ed una lunga gavetta? Apprezzo e rispetto i percorsi artistici di ogni artista ma personalmente preferisco essere e non imitare, preferisco costruire un mio percorso, che in qualche modo potrà anche essere uguale a quello di qualcun altro, ma non è quello il motivo che lo rende mio. Citando il grande James Dean quello che vorrei per me è essenzialmente questo: “Essere un buon attore non è facile. Essere un uomo è ancora più difficile. Voglio essere entrambi prima di morire.”

C’è un attore che apprezzi in particolare ed al quale ti ispiri? E qual è un film del quale pensi: ‘Ah come mi sarebbe piaciuto potervi recitare’? Potrei stilare una lista lunghissima di attori e attrici che apprezzo, ma per una questione di semplicità vi posso dire che al momento se c’è un attore contemporaneo a cui mi ispiro è Joaquin Phoenix, ma questo non vuol dire che dimentichi la grandezza degli attori del passato e quelli che purtroppo pur essendo contemporanei ci hanno lasciato prima del tempo come Heath Ledger e Philip Seymour Hoffman. Per quanto riguarda i film vale la stessa cosa ma c’è un film in particolare, ed è quello che per la prima volta mi ha tenuto incollato al televisore per ore intere, direi anche giorni interi, il film che mi ha fatto innamorare della settima arte e della recitazione: ‘C’era una volta in America’. Per me, il più bel film di sempre.

E dopo questa piacevole chiacchierata è arrivato il momento dei saluti che però portano con sé la promessa di risentirci presto! Ahimè, le cose belle finiscono subito, di sicuro ci sentiremo a breve magari chiacchierando dei prossimi appuntamenti che stanno per arrivare, tra Cene con Delitto (il 1 Marzo saremo a Roma) e le repliche di DadP al Teatro Paisiello di Lecce dal 23 al 27 Aprile, ci sarà sicuramente tanto da dire. Vi ringrazio ancora, mando a Isa e Chia e a tutti i lettori un bacio immenso! Vito

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