Grande Fratello Vip 7: l’opinione di Chia sulla decima puntata

Chia Ottobre 21, 2022

Grande Fratello Vip 7: l’opinione di Chia sulla decima puntata

A ‘sto giro ha pienamente ragione Alfonso Signorini. Quella vissuta da Marco Bellavia al Gf Vip 7 è stata oggettivamente una delle più brutte pagine che non solo la storia dei reality show ma proprio l’intera televisione italiana ricordi, ma al contempo la perfetta occasione per puntare i riflettori su quanto la salute mentale sia incredibilmente importante, specie in una società come quella odierna che tende a metterla spesso alla prova.

Una società talmente frenetica ed egoista che si è persa quasi completamente la voglia di ascoltare le persone, di provare a comprenderle. Ci si incontra per strada, ci si chiede “Come stai?” ma a quanti importa davvero la risposta che si riceve? Che sia “alla grande!” o “eh, così così…“, nella maggior parte dei casi quell’interazione non cambierà di una virgola. Purtroppo. Sentiamo tutto, ma quasi mai ascoltiamo davvero.

Capita sovente che chi attraversa un momento particolarmente complesso tenga tutto dentro, non esterni agli altri il proprio dolore, non lanci un chiaro grido d’aiuto. Perché pensa di potercela fare da solo, forse. O per orgoglio, perché si vergogna a mostrarsi vulnerabile. Oppure ancora perché consapevole che molti non capirebbero, banalizzerebbero la situazione con un “stai tranquillo, ma che sarà mai!” e lo farebbero sentire solo più sbagliato, più in difetto.

Ma Marco quel grido d’aiuto l’aveva lanciato bello chiaro, e in diretta nazionale per giunta. Aveva provato ad aprirsi, a raccontarsi. Ma spesso che qualcuno ci confidi i propri problemi, che sfoghi il proprio dolore, non ci interessa. L’unica cosa che importa ai più (non a tutti, fortunatamente. Che anche nella Casa 2 o 3 persone si sono distinte dalle altre, in quell’occasione, ma pensare che fosse solo un magro 10% è comunque desolante…) è che i problemi altrui non vadano ad intaccare la propria, di vita.

Sui social magari facciamo andare in tendenza #iostoconBellavia o commentiamo con un cuore la notizia del suicidio di Manuel Vallicella, stupendoci che le persone attorno all’ex tronista non abbiano compreso il suo disagio aiutandolo a venirne fuori, ma chiuso il pc tutta questa empatia a volte ce la scordiamo, e siamo i primi a non mostrare attenzione se non per ciò che riguarda noi stessi.

Ed è proprio questo egoismo imperante che, come diceva ieri Signorini e come già aveva detto Bellavia nella Casa, rende tutto ANCORA più complesso. “Solo condividendo un dolore lo rendiamo meno pesante e più sopportabile. Ma se manca il supporto dall’esterno e noi ci ritroviamo da soli è tutto più tremendo. E la Casa ci ha mostrato questo, che essere così nella solitudine rende tutto più difficile“, ha affermato ieri il conduttore. E mai nella vita mi sono trovata più d’accordo con lui.

Sarà che sono particolarmente sensibile sul tema, al momento, visto che io per prima campo a pane e ansia da sempre e so quanto questa possa condizionarti la vita (sono una sorta di Lavinia Mauro senza ventaglio, per farvi capire), ma ho trovato davvero PREZIOSO che in prima serata si sia affrontato questo argomento, spesso incredibilmente snobbato ma che purtroppo riguarda molti. E parlarne forse servirà a fare in modo che là fuori ci siano più persone come Alessio, il corteggiatore di Lavinia che quando l’ha vista in preda ad un attacco di panico l’ha presa per mano e l’ha aiutata ad uscirne, che come Giovanni Ciacci che di fronte ad un uomo buttato a terra in lacrime scappa via veloce, temendo per la propria incolumità.

Mi ha fatto piacere rivedere Marco finalmente sereno, ieri sera.

Più lucido di molti altri (a partire da Gegia che – a differenza di una Ginevra Lamborghini che aveva compreso il suo errore e se ne scusava pubblicamente – indefessa insisteva nel portare avanti le proprie ragioni, dimenticando che un bel tacer non fu mai scritto) e fin troppo buono con alcuni (da Charlie Gnocchi con cui io avrei usato ben altri toni, dopo essermi riascoltato certe parole uscite dalla bocca di un “amico“, a Pamela Prati che – per quanto la ship #BelPrati mi divertisse e lo sguardo di lei assuma una lucentezza diversa quando si tratta di lui, e non solo ora che ha capito che è amatissimo fuori di lì ma fin da quando stavano insieme in Casa – oggettivamente non si è comportata molto meglio di tanti altri, ecco. Cattiverie non ne avrà pronunciate, questo è vero, ma non si può dire nemmeno che gli sia stata particolarmente vicina, onestamente…).

Forte del favore del pubblico, Marco nel confronto di ieri avrebbe potuto dare ai Vipponi la mazzata finale, segandogli le gambe come loro han fatto con lui. E invece ancora una volta si è distinto per signorilità e – pur senza insultarli, nonostante alcuni di loro solo quello si sarebbero meritati – con estrema eleganza li ha fatti sentire piccoli così. E li ha toccati nel vivo, oh se li ha toccati nel vivo! Tanto che, finita la diretta, gente come Charlie che sbraitava “ciao Marco!” o come Wilma Goich che “Marco perdonaci!” ha palesato di essere piccola così davvero, trovando il barbaro coraggio di lamentarsi pure (aridaje!) di quanto li abbia fatti “sentire delle mer*e“, poveriiini. E dimostrando così che dalla depressione col giusto aiuto si può uscire, ma alla stupidità non c’è proprio rimedio. Purtroppo per loro.

L’unica cosa che mi consola è che a ‘sto giro il pubblico stia confermando di non aver affatto dimenticato affatto certe scene agghiaccianti. E, come in Dieci piccoli indiani, li sta facendo fuori ad uno ad uno. Prima Ciacci, poi Gegia e ora, dopo l’harakiri di Sara Manfuso, anche Cristina Quaranta. E quando le immunità (totalmente immeritate, come l’anno scorso con la Ricciarelli) smetteranno di tutelare Gnocchi e Wilma, sono certa che arriverà anche il loro turno. Can’t wait.

Qualche altra considerazione sparsa sulla puntata:

– L’eliminazione della Quaranta, ieri, era abbastanza prevedibile. E se dal lato umano la trovo sacrosanta, non solo per come si è comportata con Bellavia ma anche con Nikita Pelizon e Giaele De Donà, dal lato del gioco perdiamo uno dei pochi elementi che lì dentro creavano dinamiche. Discutibili, ma pur sempre dinamiche. E ora ci tocca confidare negli scatti d’ira di Amaurys Perez per animare un po’ i daytime, che una tale concentrazione di comodini difficilmente la ricordo, in altre edizione.

– A proposito di comodini, particolare ilarità me l’ha suscitata la sceneggiata di Daniele Dal Moro che alle due di notte vagava per Casa ricordandoci che non è un paiasso. Così trasparente che non mi spiego nemmeno come i Vipponi si ricordino il suo nome quando devono votare per le immunità che – incomprensibilmente – gli conferiscono sempre. Così mattone da essere entrato – due volte, pure! – al Grande Fratello pensando che ai telespettatori interessi chi sta lì dentro a pettinà le bambole. Ieri Signorini l’ha spronato a darsi una mossa, che “non sei mica lì a fare il paralume!“. E lui di tutta risposta ha sbroccato dicendo che “ho dei valori, e se creare dinamiche vuol dire far star male Elenoire Ferruzzi o dare un limone a Nikita non sono disposto a farlo, esco tranquillamente“. Non vedo l’ora di accontentarlo, giuro.

– io nella guerriglia social tra #Donnalisi e #GinTonic non mi ci infilo perché fondamentalmente ciascuno dei quattro protagonisti a volte mi piace e a volte decisamente meno, ma l’unica cosa certa è che Antonella Fiordelisi per i reality è PER-FET-TA. A lei non c’è mica bisogno di dire “ti avranno scelta per qualcosa, no? Ecco, faccela vedere!” come ha fatto ieri Sonia Bruganelli con Giaele, esortandola manco troppo velatamente ad accoppiarsi random per regalarci la seconda stagione dell’amore libero. Lei non ha necessità di “leggere tra le indicazioni” di Alfonso, lei va proprio a briglia sciolta, facendo un casino dietro l’altro ed inimicandosi chiunque senza paura. Io ancora ferma a Ginevra che le diceva “Ho avuto il piacere di ascoltare quello che pensi di me…” e a lei che con un sorriso sornione rispondeva “mi fa piacere! Che ne pensi?“. Che risorsa incredibile di trash!

– Se devo indicare il mio preferito, lì in mezzo, al momento non ho alcun dubbio: Attilio Romita. Permaloso al punto giusto e rosicone per sua stessa ammissione, è il cecchino di questa edizione. Così indomito da prendersela non solo con i suoi coinquilini (“Un imbecille si inventa che ho le ciabatte rumorose e vado in nomination? Anche no. Mi avete rotto i cogli*ni, io la partita con gli stupidi non la voglio giocare!” a Patrizia Rossetti e “pure le paternali da Charlie che mi vuol spiegare come si vive no!” su Gnocchi vere perle della settimana) ma anche e soprattutto con gli autori, rei di descriverlo come un pirl* nelle clip e di tutelare i loro protetti con le immunità ad hoc. E mo corro a votarlo, va, che ADOREREI vederlo come preferito, lunedì.

COMMENTI