‘L’Isola dei Famosi 12’: l’opinione di Chia sulla finalissima

Chia Aprile 13, 2017

‘L’Isola dei Famosi 12’: l’opinione di Chia sulla finalissima

E la dodicesima edizione de L’Isola dei Famosi si è conclusa nell’unico modo in cui si poteva concludere, con la meravigliosa vittoria di Raz Degan. E chiamarla vittoria è pure riduttivo, visto le percentuali bulgare con cui il modello israeliano ha asfaltato tutti i suoi inconsistenti rivali settimana dopo settimana, e ancor più durante la finale.

Per una volta non ha avuto la meglio il buonismo, non ha trionfato l’acqua cheta, non l’ha spuntata la paraculaggine. Questa volta a trionfare è stato un naufrago che si è sempre esposto, che non ha avuto paura di dire la sua sin dall’inizio, che ha giocato e che si è goduto al massimo ogni istante di questa sua incredibile esperienza in Honduras. Un concorrente con gli attributi, insomma, che ha abbassato le difese solo e soltanto quando si è ritrovato davanti la sua bionda, Paola Barale.

I momenti dedicati a loro due sono stati in assoluto i migliori di tutta l’edizione. C’è chi lo chiama amore, chi amicizia, ma qualunque cosa ci sia davvero tra Paola e Raz è quanto di più bello abbiamo potuto vedere in queste puntate. I loro sguardi sberluccicanti, i loro sorrisoni spontanei, quel bisbigliarsi chissà cosa nelle orecchie… Io la chiamerei magia, di quella che quando c’è va oltre alle etichette, alla forma. C’è e basta, ed è la cosa più bella che possa legare due persone, perché le legherà per sempre.

Quest’Isola l’ha fatta Raz, ma l’ha fatta anche un po’ la Barale. Sicuramente ha creato più interesse e scatenato più curiosità lei di tutto il resto del cast messo insieme, e questo è abbastanza oggettivo.

Ma se il podio fosse stato altrettanto oggettivo, a giocarsi la seconda e la terza posizione avrebbero dovuto esserci -oltre ad Eva Grimaldi che quanto meno si è messa completamente a nudo, con i suoi pregi e i suoi difetti – anche Samantha De Grenet e Giulio Base, gli antagonisti perfetti per Raz e gli unici su quell’Isola ad aver portato avanti con coerenza la loro dichiarata strategia di gioco (perché di questo si trattava, e lo sapeva anche chi faceva finta di essere lì per caso…) senza cambiare versione di puntata in puntata in base all’applausometro dello studio. Tra i momenti più emozionanti della serata di ieri, quindi, includo anche le parole di reciproco affetto che si sono scambiati, a sottolineare quella che è una vera amicizia, sia davanti che dietro le telecamere.

Su tutto il resto della puntata, e dell’edizione intera, mi piacerebbe stendere un velo pietoso, o anche due.

Non ho mai provato grande simpatia per Malena e Nancy Coppola (ed in particolar modo per quest’ultima, di cui ho trovato estremamente fastidioso il nominare a più riprese Napoli per arruffianarsi il pubblico partenopeo, solitamente molto forte nei televoti), ma il peggiore di tutti è stato sicuramente Simone Susinna.

Io ho trovato allucinante il suo secondo posto, veramente allucinante. Una persona che si fa vanto della sua vacuità e della sua ignoranza (quanto avrei amato sentire lo sdegno dei figli di Base all’udirlo sentenziare ‘Baccalà alla Vicentina, quindi piatto toscano‘ non ve lo posso spiegare) ed un personaggio ancora più inconsistente, che per settimane si è nascosto dietro a Samantha o a Raz, in base alla convenienza del momento, cambiando completamente opinione da una puntata all’altra fino a plasmarsi a clone di Degan una volta capito che era lui il vero personaggio dell’Isola. Vederlo variare mille personalità con questa rapidità ci ha reso solo evidente che non ne disponga di una propria, sostanzialmente. Che non pensi di essere arrivato secondo per qualche merito suo, però, perché – si fidi di zia – in quest’avventura non ne ha manco mezzo. E ringrazi di avere un bel faccino, perché per il resto siamo messi malaccio, eh.

Bando alle ciance, però: quest’edizione tremenda è finita nel migliore dei modi, non saremo più costretti a sorbirci i “3, 2, 1… arricchitevi!” di Bettarini e soprattutto i Paolaz in questo momento staranno festeggiando alla faccia della ‘banda di inutili‘ (cit). Tutto è bene quel che finisce bene, no?

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