‘Non è l’Arena’, Fabrizio Corona racconta tutta la verità sull’aggressione subita da alcuni spacciatori a Milano

Giulia Dicembre 17, 2018

‘Non è l’Arena’, Fabrizio Corona racconta tutta la verità sull’aggressione subita da alcuni spacciatori a Milano

Nell’ultima settimana la notizia dell’aggressione a Fabrizio Corona da parte di alcuni spacciatori, mentre stava girando un servizio sullo spaccio di droga al bosco di Rogoredo, è rimbalzata da un tabloid all’altro (anche noi ve ne avevamo parlato QUI e QUI). Ieri sera a Non è l’Arena (il programma di informazione, condotto da Massimo Giletti, per cui stava lavorando come inviato), dopo la messa in onda del servizio, Fabrizio ha raccontato i concitati momenti dell’aggressione.

Il suo racconto è iniziato dal già difficoltoso ingresso del famoso bosco dello spaccio, dove, prima di raggiungere il bunker centrale ha dovuto superare diverse postazioni di spacciatori in vedetta, testimoniando tutto con le telecamere nascoste. Dopo una prima fase in cui tutto sembrava procedere come previsto la situazione ha cominciato a degenerare quando alcuni spacciatori hanno riconosciuto l’ex re dei paparazzi (QUI e QUI potete riascoltare il suo racconto):

Io vivo di adrenalina, senza adrenalina non riesco a vivere, in quel momento lì avevo una grande adrenalina, non paura… Eravamo in 5, ma siamo entrati solo in 3. Io, un russo con tanti anni di galera alle spalle e un giovane operatore di 25 anni. Avevamo due telecamere nascoste: una con infrarossi e una con il microfono. Dopo avermi riconosciuto mi hanno strappato i pantaloni della tuta, dove avevo i microfoni nascosti e dopo aver visto i microfoni, ci hanno picchiato. Il russo ha preso dei pugni dietro la testa ed è caduto, l’operatore è scappato all’indietro. Da lì è iniziata una rissa nel buio, dopo aver dato e preso i primi pugni sono scappato, ma durante la fuga sono caduto a terra e mi sono ritrovato quattro o cinque di loro addosso, ci siamo riazzuffati, uno di loro ha tirato fuori un coltello. Sono riuscito a divincolarmi in qualche modo, perché so menare, meno da quando ho 13 anni, ho fatto la galera, un altro non so se ce la faceva. Ho ancora il segno delle coltellate dietro la schiena. Sono stato molto molto fortunato ancora una volta nella mia vita perché non sono riusciti a prendermi. Non avevano ancora capito bene che ero Corona, c’è un passaggio inseguito dove è successa una cosa molto strana. Io riesco a togliermi tutti i vestiti, perché ce li avevo tutti addosso, ricomincio a correre e mi insegue soltanto uno, col coltello in mano, io cado ancora, lui mi guarda in faccia, col coltello puntato e mi chiede: “Sei Corona?“, e non appena gli rispondo di sì, lui mi lascia andare. Io sono molto rispettato dalla criminalità, mi considerano uno di loro.

Secondo Fabrizio la violenta reazione degli spacciatori è scaturita quando hanno capito che erano stati vittime di una cosiddetta “infamata“, e ne ha approfittato per lanciare una forte critica ad un altro programma che si è spesso occupato di piazze dello spaccio, Striscia La Notizia ed al suo inviato Vittorio Brumotti:

Per esempio, quando Brumotti va in queste situazioni, ma si limita a urlare restando lontano, per me si comporta da infame. Perché spettacolarizza un dramma che non va spettacolarizzato. Non voglio fare il figo perché io sono andato lì e altri no. Per me quella di Striscia la notizia è solo satira, dicono di essere già andati loro nel bosco della droga ma non è vero: sono andati di giorno. Non è una gara di programmi ma io non sono andato lì per cercare popolarità, non ne ho bisogno. Sono pieno di popolarità in questo momento.

Il controverso personaggio ha anche voluto spiegare (QUI e QUI i video) una delle motivazioni che lo ha spinto ad accettare questo difficile e pericoloso servizio, ovvero dar voce ai disperati succubi della droga, dimenticati da tutti, dallo Stato in primis:

Ora dirò una cosa impopolare. Il problema non sono gli uomini di colore, perché la droga, agli uomini di colore, gliela danno gli italiani. Allo Stato conviene avere un posto come il bosco della droga. Bisogna curare questi drogati, ma le cure costano e lo Stato preferisce lasciarli lì. C’è differenza tra la droga che gira nel mio ambiente e quella droga lì. Nel mondo dello spettacolo si drogano tutti non faccio fatica a dirlo: ma è cocaina, è droga per ricchi. Quella del boschetto è la droga dei disperati, l’eroina tagliata male, lo speedball che è un mix di eroina e cocaina in vena. Costa poco, 2-3 euro per pochi grammi, perché l’eroina ormai è passata di moda e viene mischiata a sostanze chimiche. Chi spaccia non si droga.

Archiviata l’aggressione di Rogoredo, non poteva mancare il commento dell’ex marito di Nina Moric alle ultime vicende di gossip di cui si è reso protagonista nelle ultime settimane. Corona ha raccontato del breve, seppur intenso, rapporto con Asia Argento (QUI e QUI i video):

In lei ho visto il dolore, siamo persone accompagnate dal dolore, sfido chiunque a essere forte come lei che ha dovuto subire tutte quelle cose. E poi mi ha lasciato in un modo bellissimo, ironico e geniale. Alle 19.30 mi arriva un messaggio dove mi dice: “Addio, ascolta un minuto e mezzo“. E parte questo pezzo di canzone, del cantautore Pietro Ciampi, che termina con: “Ma vaffanculo“.

Che ne pensate delle parole di Fabrizio?

COMMENTI