Sanremo 2025, Carlo Conti svela come ha scelto i co-conduttori: “Chi è il primo a cui ho pensato e a chi l’ho detto solo all’ultimo”
Il conduttore ha poi confessato come ha scelto i 30 brani in gara al Festival. E a proposito dei ‘ragazzi terribili’ Fedez, Tony Effe e Emis Killa…
Carola Gennaio 29, 2025

Mancano solo pochi giorni alla nuova edizione del Festival di Sanremo, che prenderà il via a partire dal prossimo 11 febbraio su Rai Uno con la conduzione di Carlo Conti.
Il presentatore, intervistato dal settimanale Chi, ha parlato proprio del festival e di come affronterà queste cinque impegnati e serate, durante le quali sarà affiancato da grandi nomi dello spettacolo e della musica, che ha così commentato:
Mahmood è stato il primo nome che ho pensato. Ci siamo incontrati a settembre per i Tim Music Awards e ho pensato che con lui sul palco mi diverto sempre. È un ragazzo scherzoso, intelligente. Ho tenuto in caldo questa idea e poi, quando è venuto in concerto a Firenze, siamo andati a cena insieme. Ha accettato subito. Con Alessia Marcuzzi abbiamo fatto Tale e quale show, i David di Donatello e, nella logica di iniziare il Festival con due conduttori e di chiuderlo con due conduttori, ho pensato a lei e Cattelan per la finale di sabato. Alessia è la freschezza, la forza, la voglia di vivere e questa sua gioia la porterà sul palco. A Malgioglio, invece, l’ho detto all’ultimo momento, qualche giorno prima di scattare queste foto. Lui è un grande autore, un grande personaggio. Credo sia una figura unica nel panorama televisivo e musicale e, allo stesso tempo, un autore importante e un personaggio televisivo straordinario: genio e sregolatezza, follia e profondità. Sanremo è una cosa che non aveva mai fatto ed è un tassello che, nella sua carriera, ci sta bene. È un segno di stima.
Mentre su Gerry Scotti:
È stato buffo perché ho pensato a lui a dicembre, ma non riuscivo a dirglielo: gli mandavo dei messaggi e non rispondeva, lo chiamavo e non rispondeva. Poi abbiamo scoperto che aveva un blocco sul mio numero, non so perché! A Natale ci siamo scritti per gli auguri, gli ho chiesto se mi poteva chiamare perché non riuscivo e, mentre era in vacanza, mi ha chiamato. Gli ho chiesto di venire a Sanremo perché avevo questa idea di vedere noi tre amici sul palco. Anche questo penso sia un premio per il pubblico, perché Gerry è amatissimo. Lo stesso giorno ho chiamato Antonella Clerici: “Non puoi dirmi di no, ho avuto questa idea e ho pensato a te”. E insieme, con Antonella, ci siamo detti che mancava un quarto amico, Fabrizio Frizzi.
E a proposito dei cantanti in gara:
Ho cercato di mettere tanti sapori fra quello che mi è stato presentato, ho scelto in base a quello che è il grande lavoro preliminare fatto dalle case discografiche, sia le major che le indipendenti. Purtroppo non ho ricevuto molte proposte rock, che in passato è stato rappresentato su questo palco da artisti come Piero Pelù o i Måneskin.
Tra loro ci saranno anche Fedez, Emis Killa e Tony Effe e il clima si preannuncia rovente:
Non ho fatto nessuna paternale, non è il mio compito. Io confido nell’intelligenza e nella professionalità, la loro e quella di chi li circonda. Non credo che quello che uno fa nella vita privata sia importante, conta quello che porteranno e come si comporteranno sul palco. Nella storia della musica gli “irregolari” ci sono sempre stati, sono artisti.
Mentre sui duetti:
Ho lasciato piena libertà ai cantanti di duettare fra loro o con ospiti, ho solo dato suggerimenti e approvato (o bocciato) le loro scelte (ride, ndr).
Conti ha poi svelato se è emozionato al pensiero di questo debutto:
Posso dirle cosa mi ha emozionato in passato. Quando sono arrivati Pieraccioni e Panariello e li ho visti entrare in sala e scherzare con il pubblico, ho pensato: “Guarda dove siamo arrivati”. Mi sono emozionato quando nella mia prima edizione ho iniziato sulle note di Fanfare for the Common Mandegli Emerson Lake e Palmer, mi riconoscevo in quella canzone, mi sentivo un uomo comune che stava facendo una cosa straordinaria. Quest’anno chissà se e quando mi emozionerò!
Infine, Carlo ha parlato anche del successo di Stefano De Martino:
È il segno di un ricambio generazionale. Quando 20-25 anni fa arrivammo io, Bonolis, Gerry, Amadeus, Timperi, Giletti, c’erano i senatori, i grandi come Baudo, Mike, Corrado. Oggi anche i più “giovani” come De Martino, Cattelan, come Liorni o Savino, Diaco, Ossini iniziano ad avere spazi importanti. Il bello è che li consideriamo giovani così come consideravano giovani noi che avevamo più di 40 anni. L’importante è che ci sia spazio per il nuovo, per i loro stili e la loro creatività.
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