Verissimo, il dolore di Paola Caruso: “Come dico a mio figlio che dovrà portare il tutore per sempre? Non riesco a perdonarmelo”

Gli aggiornamenti dopo il dramma vissuto in Egitto, dove una puntura sbagliata ha cambiato per sempre la vita del piccolo Michele

Renata Marzo 12, 2023

Verissimo, il dolore di Paola Caruso: “Come dico a mio figlio che dovrà portare il tutore per sempre? Non riesco a perdonarmelo”

Paola Caruso è stata ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, il talk pomeridiano del weekend in onda su Canale 5.

L’ex volto di Avanti un altro ha aggiornato il pubblico sulle condizioni di salute del figlio Michele, di soli quattro anni. Come aveva raccontato a fine gennaio, il suo bambino è stato vittima di un drammatico episodio che ha cambiato radicalmente il suo stato di salute.

Lo scorso novembre, durante una vacanza in Egitto, a Sharm el Sheikh, il piccolo aveva avuto un po’ di febbre, che non si abbassava con le medicine che Paola aveva a disposizione. Quindi la showgirl chiamò un medico che, dopo aver visitato il figlio, prescrisse delle punture per far abbassare la febbre. “Mi sono fidata, mi sono lasciata convincere. Non l’avessi mai fatto“, confessò la Caruso a Verissimo. Dopo la puntura, infatti, Michele non sentiva più la gamba. “Gli hanno iniettato un medicinale tossico, che non si inietta ai bambini“, disse Paola, aggiungendo “Alla fine la diagnosi è che lui ha una paresi del nervo sciatico“.

A distanza di poco più di un mese dalla precedente intervista, la Caruso è tornata a Verissimo per spiegare gli effetti prodotti dalle terapie a cui si è sottoposto il bimbo.

No, purtroppo sono passati tre mesi dal 30 novembre 2022, data che ha cambiato la mia vita e quella di mio figlio. Abbiamo fatto la visita cruciale per capire se c’era un miglioramento. In questi tre mesi lui ha ripreso l’uso della gamba, adesso la muove. Se i nervi se hanno uno stordimento, un trauma, nei tre mesi si devono riprendere con la fisioterapia, una ripresa almeno del 50%. Questo non è avvenuto perché adesso la gamba la muove ma non ha ancora la sensibilità al lato esterno…il piede purtroppo non lo muove ancora. I dottori hanno detto che si sarebbe dovuto riprendere anche il piede perché il nervo è lo stesso. Essendo un bambino, cresce velocemente, quindi necessita di un tutore, senza non può stare. Quindi alla fine non è cambiato niente.

Sono impazzita perché vedo che il piede non è migliorato, lui ogni giorno mi chiede se deve portare il tutore tutta la vita e io gli dico di no ma è una bugia. Un dolore così solo una mamma lo può capire. Non essendo migliorato il piede, vuol dire che il danno a mio figlio è permanente. L’unica cosa che possiamo fare è un intervento, che neanche i medici sanno se riuscirà. E’ l’unico caso in Italia, quindi mio figlio dovrà portare il tutore per sempre. Sono pochi a fare questi interventi.

Sono andata fuori di testa perché era sano. Io non riesco a perdonarmelo quel giorno in cui mi fidai di quel medico. Come dico a mio figlio di quattro anni che dovrà portare il tutore per sempre? Soffro in una maniera indescrivibile. Quello che mi fa rabbia è che non posso neanche avere giustizia nonostante le azioni legali…mi hanno rimbalzato su società egiziane.

Una speranza, ad oggi, è quella di rivolgersi ai medici statunitensi. Paola infatti ha spiegato:

Ho parlato con dottori americani perché in America c’è la clinica migliore del mondo sui nervi, quindi a marzo andremo a fare un consulto. Ho una sola possibilità di cercare di salvarlo e non posso sbagliare di nuovo. Io mi sento in colpa, lui sta pagando una cosa che ho deciso io. Psicologicamente si è proprio indurito e questo forse fa ancora più male, è così provato, già capisce. Non si sa esprimere ma lo vedi che non è spensierato. E’ cambiato molto. Non so come devo fare, sto pregando in tutti i modi. Questi dottori mi hanno detto che devono essere realisti. Devo smetterla di pensare che si risolverà perché farei del male a me e al bambino. Lui può solo un po’ migliorare ma resterà così.

Sul comportamento del padre di Michele, la Caruso ha aggiunto:

Siamo io e lui sempre, il papà mi ha fatto una telefonata due settimane fa dicendo “ah ma allora state bene, mi hanno detto che il bambino correva“. Il bambino senza tutore non cammina…la gente mi scrive che il bambino sta bene. Lui cammina si, ma con un tutore. Non è che se sta in piedi vuol dire che sta bene. Poi lui è sparito di nuovo, volevo spiegargli che non c’è più la speranza…mi ha bloccato, non riesco a chiamarlo.

Sto aspettando almeno la sentenza di riconoscimento, così mio figlio almeno in questa cosa potrà avere giustizia. La causa in Egitto, con leggi diverse, dove parlano arabo, con religioni diverse, ho rinunciato…Io ero andata in vacanza in questo villaggio di italiani per promuovere questo posto, spero che si facciano vivi. Poi dovrei pagare tutto da sola, quindi al padre vorrei dire “mi odi? odiami, ma in un momento del genere almeno un aiuto“. La famiglia avrebbe la possibilità di fare tutto per questo bambino.

COMMENTI