‘Grande Fratello Vip 4’: l’opinione di Chia sulla finale

Chia Aprile 9, 2020

‘Grande Fratello Vip 4’: l’opinione di Chia sulla finale

Sembra sia passata una vita dalle iperboli di Barbara Alberti, dal processo a Salvo Veneziano e dal ritorno di fiamma tra Serena Enardu e Pago, ma anche la quarta edizione del Grande Fratello Vip è ufficialmente giunta al termine. Un’edizione che probabilmente passerà alla storia, non tanto perché si celebrava il ventennale del format e nemmeno perché abbia avuto chissà quale successo (i fasti del Gf Vip 2 rimangono tuttora irraggiungibili), quanto per il particolare momento storico in cui è capitata, che ha finito per stravolgerne completamente i ritmi e condizionarne inevitabilmente le dinamiche.

Abituati com’eravamo ad uno studio pieno di gente pronta ad applaudire e fischiare seguendo le imparzialissime indicazione dell’assistente di studio, a frotte di parenti e amici dei gieffini da catapultare di settimana in settimana nella Casa per dar vita a lacrimevoli sorprese o siparietti trash e agli immancabili strascichi di polemicozze tra ex concorrenti che seguivano ogni nuova eliminazione, è stato surreale nell’ultimo mesetto vedere Alfonso Signorini condurre ‘a distanza’, da uno studio più vuoto del cervello di Asia Valente, col supporto del solo Pupo perché Wanda Nara – nonostante fosse rientrata in Italia nel bel mezzo della quarantena, in barba ai decreti – è stata bloccata a casa dal compagno Mauro Icardi (leggasi l’unico motivo per cui Signorini aveva scelto lei come opinionista, per altro, almeno a giudicare dall’ovulazione istantanea del conduttore al solo pronunciare il nome del calciatore…), davvero surreale.

Contro ogni previsione, ad aggiudicarsi la vittoria finale è stata Paola Di Benedetto. Davo per scontato – sbirciando qua e là gli umori del pubblico sui social e buttando un occhio ai pronostici degli scommettitori, che avevano relegato l’ex Madre Natura a fanalino di coda insieme ad Andrea Denver – che il testa a testa finale sarebbe stato tra Patrick Ray Pugliese e Paolo Ciavarro, e tutt’al più temevo che con qualche abile mossa autorale sarebbero riusciti ad infilarci anche Antonella Elia sul podio, visto che già la trovata di avere sei finalisti anziché i soliti cinque era cucita appositamente per salvarla dal televoto settimanale. Invece, zitta zitta cacchia cacchia, l’ha spuntata Paodb. Paodb che alla vigilia della finale avevo inserito, insieme a Ciavarrino e Patrick, nel mio podio ideale, ma non immaginavo fosse così temibile… e invece!

Vi dirò, tutto sommato sono proprio contenta. Certo, qualche scivolone in questi tre mesi è capitato anche a lei, nessuno è infallibile, ma di Paola ho apprezzato tanto il carattere educato ma tosto. Senza sgomitare e senza dare vita a teatrini cringe è sempre riuscita a far valere le sue ragioni anche di fronte ai più vergognosi attacchi di Antonio Zequila e ad esporre chiaramente il proprio pensiero persino nelle situazioni più difficili anziché defilarsi strategicamente come un Aristide Malnati qualunque. Ha dimostrato di non essere solo un bel corpo (che comunque c’è e – beata lei – non le si può proprio dire una mazza da tanto è perfetta, checché ne pensi Fernanda Lessa…) ma anche una gran brava ragazza, che non ha esitato nemmeno un secondo nel destinare l’intero montepremi di 100mila euro (e non solo la metà, come da contratto) in beneficenza alla Protezione civile. Tanto di cappello, davvero.

Però non mi aspettavo che al televoto finale la Di Benedetto avrebbe avuto la meglio su Paolo che sembrava essere il favorito assoluto, almeno stando ai social che pullulano di shippers impazzite per lui e Clizia Incorvaia. Chi mi conosce un pochino sa che di solito nei reality prediligo le personalità più spiccate, la gente che si mette in discussione esponendosi in modo netto e deciso, quelli che – tra una litigata e l’altra – riescono a regalarci un po’ di sano trash. Paolo non è niente di tutto questo, anzi. Ma se mi è piaciuto lo stesso è perché lui è DAVVERO così, non finge. La sua non è stata un’abile strategia per andare più avanti possibile nel gioco come ha provato a fare Denver (salvo poi rivelarsi al momento delle votazioni…), non si è nascosto dietro la gonnella degli altri pur di passare inosservato e scampare le nomination (come ha fatto Aristide, che si è sempre trincerato dietro ad elementi discutibili come Antonio o Antonella, e se vale il detto ‘chi si somiglia si piglia‘ peggio me sento…). Paolo è realmente un bravo ragazzo, di quelli che non si immischiano in polemiche che non li riguardano, di quelli che non fanno carte false pur di guadagnare qualche inquadratura in più, di quelli per cui l’educazione e il rispetto vengono sempre prima di tutto. E se credo alla vistosa cotta che si è preso per Clizia non è unicamente perché diventa viola e saltella imbarazzato come un quindicenne anche solo vedendola in collegamento Skype, ma perché in un mondo di gente che crea flirt ad arte pur di finire su qualche copertina, è il tempismo (leeento) con cui è nato il feeling con l’influencer sicula che depone a favore di un qualcosa di vero e non imbastito in fretta e furia pur di guadagnarsi consensi nel telespettatori medio da reality. Di una dolcezza infinita anche l’incontro con papà Massimo Ciavarro (le mele non cadono mai troppo lontane dal ramo, del resto, e lui ed Eleonora Giorgi hanno cresciuto davvero un ragazzo splendido), che ha toccato l’apice in quel “Ma davvero è così?” riferito al non potersi abbracciare in tempi di Coronavirus che mi ha fatto stringere il cuore.

Ancora più inaspettato, poi, è stato il terzo posto di Sossio Aruta, che incredibilmente è riuscito a battere nello scontro diretto al televoto la Elia. E no, Alfonso, non ci provare a rigirare la frittata dicendo che “se fosse stata la vostra cocca non sarebbe arrivata in studio così presto“, perché non ci casca nessuno. Antonella nemmeno ci sarebbe dovuta arrivare, alla finale, visto che avrebbe dovuto essere squalificata ventordici puntate fa per reiterati comportamenti inadeguati ad un programma di prima serata, eppure a parte qualche bonaria tirata d’orecchie non siete mai andati. E se si è classificata solo sesta è giusto perché non era oggettivamente possibile andasse oltre, altrimenti – sempre rispettosi delle distanze di sicurezza imposte da Conte – vi avrebbero fatto venir giù lo studio a suon di pernacchioni. E dai, su!

Sossio a parer mio il podio non lo meritava, ecco, ma gli va dato atto di essere riuscito a regalarci comunque un pizzico di trash nonostante l’ingresso postumo nella Casa, e soprattutto di aver tenuto testa a quello squallido di Zequila facendolo rosicare così vistosamente nel vederlo in finale al posto suo che invece di dedicarsi alla sua adorata Marina ha passato le ore a googlare pur di scovare qualche aneddoto infelice con cui cercare di screditarlo agli occhi del pubblico. Che bassezza, che miseria. Mai visto uno più poraccio in vita mia, giuro.

Comunque lo sapete, per me il vincitore è SEMPRE stato Patrick, fin dalla prima puntata (del Gf 4, probabilmente). Perché ad uno sguardo superficiale uno come lui può sembrare solo scherzi e gavettoni, ma Patrick è molto molto di più. E’ una persona dotata di cultura e intelligenza, seppur non abbia bisogno di ostentarle mai pur di darsi un tono. E’ un padre amorevole al quale luccicano gli occhi non appena sente la vocina del figlio in una clip, ma non l’ha mai sovraesposto parlandone in lungo e in largo solo per attirare facili consensi. Sa essere un vero amico, di quelli da cui non devi temere improvvisi voltafaccia e che quando hai bisogno ci sono sempre, ma senza essere invadenti. Ed è UN SIGNORE che sa stare allo scherzo anche quando questo è così pesante e fuori luogo da sfiorare i confini del body shaming.

E in un mondo di Zequila che fanno sfoggio di un’intelligenza che alla fin fine non hanno, se si trovano a 60 anni a godere con quella foga disumana degli insuccessi altrui anziché pensare ai propri (e dire che sono molteplici!), che si vantano di curare i propri genitori durante la loro vecchiaia come se quello non fosse IL MINIMO che un figlio può fare dopo che papà e mamma gli hanno dedicato l’intera vita, che rinfacciano tutto quel che fanno se poco poco le altre persone non si comportano come vogliono loro e che sono così frustrati da arrivare alle offese più becere pur di mettere gli altri in cattiva luce e provare (inutilmente) ad emergere… ce ne fossero di più di Patrick Ray Pugliese, altroché.

Sul mio podio ideale del Gf Vip 4, comunque, un posto d’onore sarà sempre riservato ad Adriana Volpe, uno dei personaggi (e delle persone, soprattutto) migliori di questa edizione. Empatica, solida, affidabile, sempre presente e pronta a spendersi anche per chi non lo avrebbe poi così tanto meritato. Un vero punto di riferimento di questa edizione, tanto che la sua inaspettata (ma inevitabile) uscita è stata una di quelle più faticose da metabolizzare, sia dentro che fuori la Casa. E spero che ora Mediaset le dia lo spazio che merita, magari anche al timone del prossimo Gf Vip.

Perché no, un Signorini bis non ce lo meritiamo proprio. Che Alfonso non fosse pronto – come ha dichiarato – ad un’esperienza come questa è poco ma sicuro. Del resto nemmeno noi eravamo pronti a tanto populismo e tanta parzialità, roba che non solo il confronto con Ilary Blasi è sempre stato impietoso, ma la sua conduzione è stata così imbarazzante da far rimpiangere persino quella della troppo buona Alessia Marcuzzi. Zero mordente, zero simpatia, zero tempismo. Solo una stridente quanto palese tutela di personaggi pessimi come Antonella, Barbara o Zequila. Persino ieri, quando quel frustrato di Antonio si è permesso di chiamare in causa ex mogli ed assegni di mantenimento che NIENTE c’entravano col programma pur di attaccare il Re Leone (non Re Sole, Alfò, Leone… che al massimo nel suo caso sarebbe Re Sòle, se proprio), Signorini invece di rimettere immediatamente Er Mutanda al suo posto è riuscito a fare la ramanzina a Sossio che aveva osato replicare che “lui non ha avuto figli quindi non può permettersi di giudicare“. Incredibile. Che Piersilvio ce ne scampi.

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