Loredana Berté racconta la sua vita: “Mio padre era un porco, un mostro. Ha pestato mia madre e ha ucciso mia sorella, Mia Martini!”

Edicola Gennaio 7, 2016

Loredana Berté racconta la sua vita: “Mio padre era un porco, un mostro. Ha pestato mia madre e ha ucciso mia sorella, Mia Martini!”

A 65 anni suonati, Loredana Bertè è ancora piena d’energia. Così, dopo esser tornata in tv l’anno scorso in una nuova veste, quella di giudice di Amici, la cantante ha deciso di raccontarsi senza filtri nelle pagine scioccanti del libro autobiografico Traslocando – E’ andata così, che più che delle memorie, sono un pugno nello stomaco. Nel rievocare l’infanzia disperata, il rapporto con la sorella maggiore Mia Martini (deceduta nel 1995 in circostanze mai chiarite) e i suoi amori tormentati, l’artista usa un linguaggio crudo, a tratti irripetibile. Le sue pene hanno inizio quando è ancora bambina, a Bagnara Calabra, il suo paese natale. I genitori, tutti e due insegnanti, litigano furiosamente e le figlie, lei, Leda, Domenica (detta Mimì in famiglia e poi nota come Mia Martini) e Olivia, ne soffrono. “Sono cresciuta con la regola del niente. Niente giocattoli, niente bambole, niente regali. Niente di niente. Da piccola non mi voleva nessuno. Il mio miglior amico era un cane, Clito, che abbaiava a chiunque si avvicinasse. Io e Clito eravamo soli contro tutti. La sera ci sdraiavamo insieme nel letto e aspettavamo il nostro destino…Il padre a passi lenti attraversava il corridoio. ‘Nasconditi’ mi pregava Mimì, mentre lui superava il bagno, la cucina e il salone. Ero solo una bambina…Ma chi fosse veramente il padre e quali abissi nascondesse la nostra apparente normalità, io lo sapevo. Era il mostro che avanzava in silenzio. Era l’uomo nero delle favole. Era il cattivo, il vigliacco che chiudeva la porta per non rischiare che qualcuno lo vedesse. Il porco che aveva un fremito. Il bastardo che sentiva un lampo di piacere. Noi e lui. Soli finalmente. Avevo cinque anni, ero terrorizzata. In canottiera, il padre si metteva comodo e si toccava, nella nostra stanza. Io e Mimì eravamo sveglie, ma facevamo finta di dormire“. E’ nello sgomento di quelle notti che il rapporto di Loredana e Mia, unite dalla passione per la musica, diventa più forte: “La vita in famiglia era un inferno dove si professava una sola religione: la dittatura del padre. Lui odiava le donne, voleva un figlio maschio ad ogni costo. Il padre ha marchiato il nostro futuro come nei mattatoi si marchiano le vacche, ha pestato mia madre per farla abortire. ‘Un’altra figlia?’ diceva, e poi la picchiava come un animale. Una volta l’ha lasciata in una pozza di sangue nel bagno. L’ha presa a calci uccidendo il figlio maschio che tanto desiderava”. Loredana non risparmia accuse feroci nemmeno alla madre, raccontando che quando, dopo la nascita di Olivia, il padre se ne va di casa, lei trascura le figlie per concedersi facili avventure: “Usciva la mattina e già sapevamo che sarebbe rientrata la mattina“. Ma lei e Mia riescono a ribellarsi e si trasferiscono a roma, dove iniziano la gavetta accanto a un amico speciale, Renato Zero. “Era un folletto, un oggetto strano. Un alieno. Io, lui e Mimì eravamo un trio inseparabile e dormivamo nello stesso letto. Cercavamo ingaggi, tavoli dove mangiare senza pagare. Facevamo l’autostop, io andavo avanti in minigonna per far fermare gli automobilisti“. Nonostante attiri gli uomini come una calamita, Loredana racconta che a 18 anni era ancora vergine. A Torino, mentre lavorava in uno spettacolo con Rita Pavone, accetta la corte di un giovane elegante, che girava in Ferrari e sembrava un galantuomo, ma si rivela un maniaco: “Mi portò in un posto del c…, un orribile scannatoio. Appena entrammo, chiuse la porta a doppia mandata. Provai ad uscire, ma mi riempì di cazzotti e di calci. Mi violentò, mi strappò i capelli, mi ridusse un cencio. Riuscii ad afferrare un vassoio, glielo spaccai in testa e quando fui all’aria aperta, tutta insanguinata, mi feci portare all’ospedale da un taxi. Non denunciai quel pezzo di m… per timore che mia mamma mi desse il resto. Quell’episodio mi segnò, tanto che per quattro anni di uomini non ne volli più sapere“. A ridarle la fiducia è un tennista famoso, Adriano Panatta, che per lei lascia Mita Medici. Pur amandosi, i due vanno in crisi e la Bertè apprende dai giornali che il suo ex si è sposato. Ci rimane malissimo, però reagisce con la solita grinta e nel 1983 sposa il ricchissimo industriale austriaco Tommaso Berger. Un marito da cancellare: “Era un figlio di papà, uno str… che si fingeva povero e che piangeva miseria. E si faceva pagare persino il caffè” racconta lei. Di nuovo sola, la cantante ha un flirt con Luca Cordero di Montezemolo, che ricorda con affetto, e una relazione importante col musicista Mario Lavezzi, per arrivare poi al suo tormentato amore con il tennista Bjorn Borg. Si sposano e lei si trasferisce in Svezia, dove scopre i vizi del marito: “Con lui ho perso tutto, sentimenti e conto in banca. Dopo un po’ smise di dedicarsi a me e iniziò a toccarsi per ore davanti ai film porno. La sua dipendenza dalla cocaina era mostruosa. Per sentirmi più vicina a lui, tentai di assumerla ai suoi ritmi, ma provai disgusto. E poi lui me la preferiva sempre“. Una storia dannata, con un unico bel ricordo: quello del legame con Robin, un bambino nato da una storia precedente di Borg: “Per vederlo felice chiesi a Luca Cordero di Montezemolo di fargli costruire un letto a modello della Ferrari” racconta lei. Il divorzio dal tennista la lascia distrutta, ma quel dolore è niente paragonato allo strazio per la morte di Mimì, avvenuta nella casa del padre, al quale, dopo 40 anni di lontananza, si era riavvicinata. Con il senso di colpa da parte di Loredana per non aver risposto alle telefonate di sua sorella quella sera. La musicista non ha mai ceduto all’ipotesi di un suicidio e lancia al padre una terribile accusa: “Quando mi chiedono perché sia così sicura che sia stata lui ad uccidere mia sorella, resto in silenzio, anche se avrei voglia di urlare. Lo so, è andata così. La scena me la sono immaginata tante volte. Lui che apre la porta, la trova a fumare una canna e inizia a picchiarla selvaggiamente. L’ha ammazzata di botte. Quando l’ho vista nella bara era piena di lividi“. Il giorno del funerale, Loredana si appoggia a Renato Zero, ma perderà anche lui. Dopo una lite dovuta alla richiesta di lui, in qualità di produttore discografico, di modificare un brano cantato da Loredana, lei lo rinnega e giura: “Non faremo mai più pace“. Quando si incontrano ad Amici, infatti, gli lancia delle frecciatine. L’ultima confessione di Loredana rivela il suo lato tenero: “Avrei voluto un figlio per non essere sola, per potergli raccontare di me e dirgli: ‘Ti diranno tante cose su tura madre, sappi che non è vero niente. Vieni, te la dico io la vera storia!’“.

Fonte: Nuovo

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