Sanremo 2023, Blanco finisce in Procura: il cantante è indagato per danneggiamento

Continua a far parlare il “massacro delle rose” sul palco dell’Ariston

Renata Febbraio 16, 2023

Sanremo 2023, Blanco finisce in Procura: il cantante è indagato per danneggiamento

La Procura di Pomezia ha avviato un indagine nei confronti del cantautore Blanco, pseudonimo di Riccardo Fabbriconi.

La procedura è stata avviata pochi giorni dopo la discussa performance del 20enne nella prima serata della 73esima edizione del Festival di Sanremo. Blanco, durante l’esecuzione del suo ultimo singolo “L’isola delle rose“, ha avuto un problema tecnico che l’ha spinto a togliersi la cuffia accandendosi sulla composizione floreale. In occasione della sua performance, infatti, gli addetti ai lavori avevano schierato sul palco un “giardino di rose”, ricreando la stessa scenografia presente nel videoclip del brano.

Il gesto di Blanco, sebbene ‘premeditato’ in una certa misura, ha profondamente indignato il pubblico dell’Ariston che, alla richiesta di ripetere la performance, ha tuonato un  forte “No!” accompagnato da fischi. “Non sentivo in cuffia, non potevo cantare, ma almeno mi sono divertito, la musica è anche questo“, ha spiegato Blanco. A nulla è servita la giustificazione del conduttore Amadeus, né tantomeno la lettera di scuse del musicista, pubblicata successivamente sui social.

Di certo, le spiegazioni non hanno convinto la Procura di Imperia, che ha iscritto il cantante nel registro degli indagati con l’accusa di danneggiamento. Gli accertamenti sono partiti dalla segnalazione avanzata dal Codacons, che aveva subito presentato un esposto alla procura di Imperia e alla Corte dei Conti, spiegando:

Oltre all’aspetto penale, la distruzione operata da Blanco ha prodotto un evidente danno economico ai cittadini. La scenografia dell’Ariston è infatti pagata dagli utenti italiani che finanziano la Rai attraverso il canone. Il danneggiamento a vasi e fiori ha determinato uno spreco di soldi pubblici che ora l’artista dovrà risarcire.

Il reato potrebbe essere aggravato, oltre che dai futili motivi, anche dall’aver reso “inservibili” cose altrui in una manifestazione aperta al pubblico. In quest’ultimo caso, la pena passa dai tre ai cinque anni di detenzione.

 

 

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