‘Amici di Maria De Filippi 17’: l’opinione di Chia sulla seconda puntata

Chia Aprile 15, 2018

‘Amici di Maria De Filippi 17’: l’opinione di Chia sulla seconda puntata

Il bello di Amici è che, quando pensi che abbiano sfoderato ognuna delle 50 sfumature di indecenza esistenti, loro ti sorprendono e ti regalano la 51esima. E la 52esima. E a breve – sono certa – arriverà anche la 53esima. E così via, ovviamente, che ormai  li conosciamo troppo bene.

E ci mettono dell’arte nel farlo, perché nonostante gli anni passino la loro creatività non accenna minimamente ad esaurirsi, anzi. Noi poveri sciocchi da casa pensiamo di aver visto ormai di tutto e di essere pronti e preparati alla qualunque, ma loro riescono a spiazzarci ogni volta con una vaccata più grande della precedente. Ci vuole del genio, bisogna riconoscerglielo.

Ieri sera, per esempio, un tocco di classe senza precedenti: la Squadra Blu ha VINTO la puntata e al tempo stesso s’è vista ELIMINARE due componenti, Sephora Ferrillo e Daniele Rommelli. Una roba mai vista nella storia della televisione italiana, siore e siori, e – azzardo, ma non troppo – nella storia delle competizioni in generale. Chiudete l’internet, raga, abbiamo dei vincitori!

C’è poco da fare, checché ne pensi Maria De Filippi la verità è che il meccanismo del serale di questa diciassettesima edizione di Amici è IMBARAZZANTE e a tratti AGGHIACCIANTE. E sto pure cercando di usare gli aggettivi più carini che queste due puntate mi consentono di partorire.

Tremendo che dopo una misera esibizione corale in apertura di puntata qualcuno degli allievi venga mandato direttamente in eliminazione dai professori (che hanno ovviamente simpatie ed antipatie pregresse che spesso non vanno di pari passo col talento dei ragazzi, ça va sans dire…) e non possa nemmeno provare a mettersi in gioco per far cambiare loro idea.

Tremendo che anche in quello che dovrebbe essere un talent show venga dato più spazio alle storielle strappalacrime e agli rvm dei parenti (solo di alcuni allievi, per altro…) che alle performance. Pensavo che C’è Posta per Te fosse finito da un paio di settimane, e invece…

Tremendo che l’unico risultato di una serata di televoto frenetico da parte delle bimbeminkia da casa sia eleggere nella squadra vincente un trio di ragazzi tra i quali la commissione esterna può salvarne uno solo. Cioè, UNO. Poi, se busta vuole (settimana scorsa sì, a sto giro no, chissà perché…), quest’uno può salvare un suo compagno, altrimenti tocca a Luca Tommassini salvarne almeno un altro (settimana scorsa due, questa volta no, anche qui chissà perché…). Gli altri tutti indistintamente a rischio eliminazione, pure se fanno parte della squadra vincente, pure se fanno parte del trio di eletti della squadra vincente. No, ma un meccanismo che non fa una piega, Queen.

Tremendo che si passino gli ultimi venti minuti della puntata a leggere i bigliettini col ‘‘ o il ‘No‘ dei professori su ciascun allievo in vista dell’eliminazione, una roba non solo noiosa come la morte ma che leva pure spazio alle possibili esibizioni di coloro che stanno per salutarci forevah.

Ieri a Daniele hanno dato almeno l’opportunità di una piccola performance prima di sottoporlo al giudizio implacabile dei professori, visto che per ben due puntate è stato relegato (a mio parere ingiustamente) sugli scaloni, ma settimana scorsa Filippo Di Crosta non ha avuto nemmeno questa chance ed è stato silurato senza che il pubblico del serale potesse capire se si trattava di un ballerino o di un cantante, per dire. E il senso di ammetterli alla fase finale del programma se poi non gli si da nemmeno la possibilità di mettere in mostra ciò che sanno (o meno) fare?

Ed è ancora peggio se pensiamo che gente come Filippo, Daniele e Sephora ha dovuto levare le tende senza praticamente esibirsi, e là dentro ci sono ancora elementi come Biondo e Valentina Verdecchi che di performance MEMORABILI ce ne regalano almeno due o tre ogni puntata.

Per carità, Biondo è un cucciolone, eh, e mi fa una tenerezza infinita, però lui sta al canto come io sto alla dieta vegana, per capirci. Testi senza capo ne coda (e ieri sera c’è voluto Ermal Meta a fargli notare che non c’era una logica temporale sensata nel suo inedito) e intonazione che rimane un’utopia. “Biondo può fare tante altre cose“, ha sostenuto ieri la sua groupie personale Rudy Zerbi, ed effettivamente sarebbe meglio le facesse davvero perché quelle che abbiamo visto finora non sono un granché, ecco.

Ma sempre meglio lui di Valentina, s’intende. Quella che è gran brava a sbattere i capelli in giro per il palco, e a donarci spocchia come se potesse averne. E non chiamatela ‘Velina’, perché una come Shaila Gatta (per altro ex allieva di Amici) una così se la mangia a colazione. Valentina è tuttalpiù una cubista, di quelle assunte più per le doti estetiche che per quelle artistiche per giunta.

E se fosse almeno consapevole dei suoi limiti, se si ponesse con umiltà e si desse da fare per migliorare non mi starebbe nemmeno così antipatica, vi dirò. Il problema è proprio quell’estrema arroganza, così inversamente proporzionale al suo talento, che me la rende incredibilmente indigesta.

Dopo la prima puntata del serale, durante la quale ha fatto una serie di figure barbine che altri al suo posto sarebbero corsi da Urtis a cambiarsi i connotati per poi emigrare al Polo Sud, lei ha avuto pure il barbaro coraggio di perculare Bryan Ramirez, forte del televoto vinto contro di lui, definendolo “il leccaculo di Alessandra Celentano”. Che la ringrazi, la Celentano, perché se non fosse per le sue critiche (più che condivisibili) che l’hanno resa la beniamina delle bimbeminkia col cavolo che avrebbe mai vinto contro un ballerino davvero talentuoso come Bryan.

A proposito della Celentano, bellissima l’energia sfoderata dalle Pretty Big Movement in risposta alle sue affermazioni sulla forma fisica che devono avere le ballerine, però bisogna fare una distinzione. Un conto è ritenere che ci siano modi e modi per dire le cose, e forse un programma in prima serata rivolto ad un pubblico di giovanissimi non è il luogo adatto per fare riflessioni su argomenti così delicati come il peso ideale, un altro è sostenere che siano tutte assurdità quelle di Alessandra. E, che ci piaccia o meno, sappiamo bene che non è così.

Inutile che Maria finga di scandalizzarsi quando la Celentano se ne esce con certe bordate, non solo perché conosciamo benissimo il suo punto di vista a riguardo (e nel caso basterebbe non darle la parola quando si sa a priori dove andrà a parare, per esempio…) ma anche perché sappiamo altrettanto bene che di queste polemicozze la Queen ci campa da anni.

In mezzo al buonismo forzato di gente come Marco Bocci o Simona Ventura (che è tanto tenera quando finge di non sapere che piacere al pubblico NON è automaticamente sinonimo dell’avere talento, anzi di questi tempi è spesso l’opposto…), grazie al cielo ci sono persone come Alessandra che hanno conservato un briciolo di onestà intellettuale, a costo di prendersi i fischi delle ragazzine in studio.

Sto parlando di Ermal Meta ed Heather Parisi, gli unici là dentro che – pur avendo i loro gusti, certo – hanno messo da parte il sole, cuore, amore e se devono muovere una critica non pensano certo a quanti follower perderanno su Instagram e la fanno ugualmente.

Bisogna essere onesti, ed ammettere che il cast di questo serale è mediocre come mai in diciassette edizioni. Solo un anno fa ci gustavamo le performance di Andreas Müller e di Sebastian Melo Taveira, e ci godevamo l’energia di Thomas Bocchimpani o l’intensità di Mike Bird. A sto giro dobbiamo sperare che Carmen Ferreri non stecchi al primo colpo e che Luca Capomaggi sia nella serata buona.

Tutti tanto carucci, per carità, ma nessuno capace di tenerti incollato allo schermo senza essere tentato di girare su RaiUno per vedere come si è conciato stavolta Gabriel Garko. Nessuno tranne Lauren Celentano e Matteo Cazzato, le mie uniche luci in fondo al tunnel. Da cui quest’anno non so se usciremo mai, v’o dico.

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